Approfondimenti

Pubblicato il 23 Giugno 2016 | di Vito Piruzza

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Elettra, giustizia o vendetta?

Ogni anno, per fortuna, si rinnova l’appuntamento delle rappresentazioni greche dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico a Siracusa e ogni anno si rinnova la suggestione della rievocazione del rito che la dice lunga sulla raffinatezza culturale dei nostri avi di Magna Grecia; devo dire poi che partecipare, come faccio oramai da anni nelle date a “posto unico” aggiunge un elemento di ottimismo e di speranza; si perché quelle sono le giornate in cui tradizionalmente partecipano le scuole e vi garantisco che assistere allo spettacolo di migliaia di adolescenti in religioso silenzio a partecipare ad una rappresentazione teatrale di quasi 2.500 anni fa apre il cuore alla speranza di un futuro che non sia solo cellulare e social network …

Quest’anno erano di scena l’ELETTRA di Sofocle e l’ALCESTI di Euripide e come oramai da tradizione con l’innesto di una terza rappresentazione che quest’anno era un dramma “latino”: FEDRA di Seneca.

Io ho visto l’Elettra e dico subito che quest’anno il coinvolgimento emotivo che ho vissuto altre volte non è scattato; da una parte la brevità della rappresentazione non ha permesso forse di entrare nel clima, dall’altra il linguaggio con cui il regista (che pure è un artista di grande esperienza e qualità come Gabriele Lavia) ha rivisitato la sceneggiatura o l’eccessiva mimica di Elettra o la rivisitazione dei costumi, sta di fatto che non sono riuscito a sentire il dramma di Elettra e di Oreste nel compiere il matricidio in nome della giustizia.

Non ho percepito il travaglio di Clitennestra divisa tra il dolore per la notizia della morte del figlio Oreste e il sollievo per la fine del pericolo incombente della vendetta che lo stesso figlio rappresentava.

Tutto è sembrato eccessivamente semplificato, scarnificato della componente emotiva, del patos, della sofferenza per le scelte laceranti che ciascuno degli interpreti è chiamato a fare o per giustizia o per vendetta o per sete di potere.

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