Pubblicato il 30 Giugno 2016 | di Luciano Nicastro
0UNA GRANDE NOSTALGIA di “ECCLESIAM SUAM“
Il senso e la direzione di questo dibattito, tutto interno al laicato cattolico italiano, sono ancora da disvelare e scoprire per il bene oggettivo della Chiesa di Cristo.
Questo confronto è stato aperto ex abrupto dalla preoccupazione e dalla paura di uno smarrimento culturale e spirituale in atto tra i cattolici impegnati nella comunicazione massmediatica, i quali denunziano ora questo, ora quello una caduta di convinzioni teologiche e pastorali, certe e oggettive come nel passato.
Con Papa Francesco c’è un’eccessiva indulgenza culturale e pastorale a favore di comportamenti buonisti senza regole e senza vincoli, che di fatto legittimano nella Chiesa e nella Società attuale la moda teorico-pratica del permissivismo e di un lassismo morale e spirituale che si esprime nella casistica, nel metodo del caso per caso e di fatto nel primato della coscienza individuale e nella logica incoerente di un liberismo assoluto delle scelte.
In realtà, questa situazione di disorientamento e di confusione sembra derivare da un non governo centrale e dalla interferenza e invasione pagana di un diffuso soggettivismo relativistico e nihilista (Aldo Maria Valli – giornalista e vaticanista) .
Il dialogo è continuato e si è sviluppato su “AVVENIRE”, con una garbata risposta e un’articolata notazione di metodo e di merito da parte di Andrea Grillo (teologo), che ha inteso richiamare l’attenzione sulla feconda discontinuità teologica e pastorale aperta da Papa Bergoglio con la svolta della Chiesa in uscita e con l’abito del samaritano, ospedale da campo nelle periferie esistenziali e geopolitiche.
Il Santo Padre ha confermato ed esplicitato la sicura e salda dottrina tradizionale e ha ripreso la lezione di Papa Giovanni della famosa “medicina della Misericordia” e di Papa Paolo VI° della fondamentale e nodale “Ecclesiam Suam” con l’indizione del Giubileo e dell’Anno Santo della Misericordia e con il suo insegnamento teologico pastorale nell’Evangelii Gaudium e nella Amoris Letizia.
Il dialogo poi è pervenuto a un punto di snodo fondamentale e prezioso e ad un utile e concreto approdo maieutico e performativo con la tesi illuminante delle ragioni comuni e condivise della dimensione storica e metastorica della CHIESA di CRISTO con l’intervento di Fulvio De Giorgi (storico e storico dell’educazione).
A mio parere ci vuole a questo punto un passo ulteriore e un guadagno logico e gnoseologico con un contributo filosofico e sociologico che faccia emergere il dramma antropologico e politico del postumano e la questione del nuovo sistema mediatico, scientifico e tecnologico del Capitalismo Informazionale, che sta riproducendo una mutazione di mente e di vita dell’Uomo dell’Occidente e accelerando la fine della Civiltà Moderna Rinascimentale e capitalistica.
Il Capitalismo non è stato solo un sistema economico ma un’epoca “ in cui si è ridotto l’uomo a mani e mascelle” per produrre e consumare, come diceva E.Mounier .
La Chiesa al tempo di Papa Ratzinger e di Papa Bergoglio si è collocata dentro questo processo per illuminarlo e orientarlo con il Vangelo di Cristo su una via strategica e pastorale nel postmoderno promuovendo una linea di dialogo della Fede e della Ragione per salvare l’umanità dell’uomo ed edificare una nuova Civiltà Globale più forte e salda, più pacifica e multiculturale, più fraterna e solidale, più spirituale e cooperativa, all’insegna del paradigma di “Fratello immigrato”(L.Nicastro) e di quello dell’enciclica “LAUDATO Sii” di Papa Francesco.
Questo è il vero punto fermo e proprio della Chiesa nel mondo contemporaneo: la coscienza ben formata e motivata del popolo di Dio in cammino sotto la guida di GESU’CRISTO e del Suo VICARIO, il SANTO PADRE il PAPA.
Sono però da fare due recuperi concettuali e categoriali:
1.- la storicità della Chiesa non cancella la sua meta-storicità;
2.- La Chiesa non è la Cristianità, né il baluardo della CHIESA Cattolica è l’apologetica ma il dialogo perenne e adeguato nel linguaggio e nella comunicazione, perché sia udibile e comprensibile da tutti gli uomini e da tutti i popoli;
3.- La storicità diviene e il suo divenire è sempre nel segno della intima e profonda storia eucaristica della salvezza integrale che avviene sempre ed in ogni tempo e luogo attraverso il divino REDENTORE, il Dio incarnato che è SIGNORE della STORIA GLOBALE,visibile e invisibile, orizzontale e verticale.
Non c’è, quindi, da rimpiangere cristianità perfette né miti antichi e nuovi di sostegno. Non serve la Potenza di una Chiesa ricca e ben organizzata a livello manageriale, se è edificata sulla virtù prevalente e predominante dell’autonomia dell’agire umano orizzontale che è l’astuzia e l’intelligenza.
Ci vuole la forza dolce e decisa di una CHIESA MATERNA,UMILE e POVERA nella quale la luce concreta è quella del MISTERO di CRISTO < VIA – Verità – VITA > che salva l’uomo e i popoli di ogni tempo attraverso la via caritatis della misericordia e del Vangelo delle Beatitudini.
Non è lecito per noi cristiani cattolici separare la lettura dei segni dei nuovi tempi da un discernimento illuminato e da un dovere primario di ricercare e conquistare un sereno, valido ed oggettivo giudizio di valore soteriologico garantito e confermato autorevolmente.
La condizione umana ferita e malata ovunque nel Mondo Globale cerca tra il fascino, il disincanto e la speranza dei disperati il VOLTO di CRISTO e la LUCE del suo VANGELO nel PAPA, nei VESCOVI, nei sacerdoti presbiteri e nei religiosi e nelle religiose, nei diaconi e nei laici e nelle donne laiche..
La strada di Emmaus dei nostri giorni attraversa nuovi luoghi e nuovi soggetti globali: i reietti e gli emarginati, i nuovi schiavi (Kevin Bales) e le nuove servitù, gli stranieri e i perseguitati, i miserabili delle metropoli e i poveri disoccupati, tutti quelli che lasciano o sono costretti ad abbandonare la loro terra e il loro paese per motivi razziali, etnici e politici. Ad essi non sta mancando la vicinanza e la solidarietà della Chiesa Madre e Maestra, né la difesa del Papa BUON PASTORE del MONDO GLOBALE.
L’eresia fondamentale dei laici cristiani di cultura conciliare come dei laici di cultura moderna è la “dittatura del presente” e la perdita del senso storico, delle origini, del percorso e dell’approdo finale. L’eterno presente senza origine e senza scopo, senza passato e senza futuro, è l’illusione dell’individualismo storico e antropologico di massa, non solo della “folla solitaria” ma anche delle città e dei mondi vitali alienati e oppressi delle Città dell’Uomo del nostro tempo.
La nostra Chiesa ha avuto una origine e una fondazione nella INCARNAZIONE di DIO, uno sviluppo e un cammino nella grande missione apostolica ad omnes di Pietro e del Collegio apostolico e una crescita sicura nel martirio e nella santità del popolo di Dio di ogni tempo e di ogni luogo.
E’ finita l’epoca costantiniana. Chi si attarda su questo mito e su questo modello di comunione e di incoerenza in realtà nega la presenza dello Spirito Santo nella ECCLESIAM SUAM.
Non ho la pretesa di fare raffronti sbrigativi e rapidi sugli ultimi due grandi Papi, BENEDETTO XVI° e FRANCESCO (il gesuita amato e non più “proibito”) anch’io avanzo una qualità comune di entrambi nel ministero petrino nella sofferenza per Cristo e la Sua CHIESA e per l’umanità universale bisognosa e povera del MONDO GLOBALE.
Ogni volta che si scatena contro il Papa di Roma un distinguo di loquacità e di violenza verbale incontrollata sono solito chiedermi ora come con i Papi della mia vita :”a chi serve la delegittimazione del Vicario di Cristo nella Chiesa, nella società e nel Mondo contemporaneo?”. Che cosa si vuole rivendicare o ottenere. Cui prodest? Sembra che l’ospite inquietante sia ancora una volta lo spartiacque del Concilio Vaticano II° con la sua ecclesiologia di comunione e la medicina della misericordia e del dialogo, della pace e della civiltà universale dell’Amore e della Fraternità operosa.
Si allunga ancora artificialmente il post-concilio e si scava a imitazione inconsapevole del pensiero debole aumentando la confusione, le divisioni e le contrapposizioni . Il Vicario di Cristo è la ROCCIA su cui cresce la Chiesa universale ed è Pietro che continua ad essere con gli apostoli il timoniere e la forza mite e dolce di GESU’ CRISTO il RISORTO, il SIGNORE DELLA STORIA DELLA SALVEZZA luce e forza di verità e di azione pastorale adeguata alla difficoltà e tristezza dei tempi. Quo vadis Ecclesiam Suam ?