Cultura

Pubblicato il 1 Settembre 2016 | di Antonio La Monica

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La chiesa di Sant’Agata torna agli antichi splendori

 

La chiesa di Sant’Agata ai Giardini Iblei torna, dopo molti anni, al suo splendore. Si è tenuta lo scorso 5 agosto la cerimonia di inaugurazione dopo i lavori di consolidamento e restauro della struttura adiacente all’Antico Convento dei Cappuccini.

Un lavoro minuzioso che restituisce alla comunità un bene architettonico di pregio, un luogo di culto e il celeberrimo Trittico di Pietro Novelli.

“Questa occasione – spiega Tonino Solarino, presidente della Fondazione San Giovanni Battista, ente proprietario della struttura – è motivo molteplice di gioia. Quando in una città aumentano i luoghi di preghiera e di aggregazione c’è più possibilità di salute. Se oggi questo edificio ricco di bellezza e spiritualità torna ad essere fruibile lo dobbiamo alla grande alleanza tra la Cesi, la Diocesi di Ragusa, la Fondazione e il Comune di Ragusa. Non saremmo riusciti a completare i lavori nei tempi stabiliti se non avessimo potuto contare su una ottima direzione dei lavori, su tecnici di alto livello e funzionari dei vari enti pubblici coinvolti assetati di soluzioni e non solo di regole. Oltre alla Soprintendenza, al Genio Civile, alla Camera di commercio e ai titolari delle ditte impegnate nei lavori, il plauso va anche alle maestranze che ogni giorni si sono impegnate affinché oggi potessimo vivere questo momento”.

“Un meccanismo virtuoso di collaborazione – afferma il vescovo di Ragusa, monsignor Carmelo Cuttittaproduce risultati importanti. Il fidanzamento tra la Diocesi ed il Comune di Ragusa ha già prodotto risultati importanti. Mi auguro che si possa proseguire su questa strada al fine di permettere ai tanti visitatori, turisti e fedeli di potere usufruire con continuità dei tanti luoghi di culto presenti tra Ragusa e Ibla che, purtroppo, rimangono inaccessibili per lungo tempo. Da oggi lancio il sogno che tutte le chiese del territorio siano sempre fruibili”.

Monsignor Cuttitta punta una ulteriore  riflessione sul corretto uso dei soldi pubblici. “I lavori per Sant’Agata – sottolinea – sono frutto per metà di soldi dati dagli italiani con l’otto per mille alla Chiesa Cattolica  e per la restante parte con fondi derivati dal Comune di Ragusa. Mi chiedo quanto si potrebbe fare di buono se lo Stato impegnasse il restante 992 per mille delle nostre tasse in reali servizi ai cittadini”.

“Ibla – conferma il Prefetto Maria Carmela Librizzida oggi sarà ancora più bella. Oggi è come se celebrassimo un premio all’eccellenza del nostro territorio. Occorre ringraziare tutti gli attori coinvolti per essere stati capaci di produrre una collaborazione così proficua”.

“E’ con grande emozione – aggiunge il sindaco di Ragusa Federico Piccittoche oggi viviamo questa giornata. Ricordo ancora quando, nel dicembre del 2014, il presidente Solarino ci chiese un sostegno per completare questo restauro. Piace sottolineare che i lavori non si sono mai fermati, anche grazie alla solerzia e capacità dei tecnici coinvolti. Anche grazie a loro il prezioso Trittico di Pietro Novelli e l’intero edificio religioso tornano alla comunità in tutta la loro bellezza. I fondi messi a disposizione dal Comune derivano dalla Legge su Ibla e crediamo di averli impegnati in modo da rispondere alle direttive di questa norma. Le chiese sono patrimonio di tutti, sia come veicolo di culto che come strumento di cultura e sviluppo turistico”.

L’architetto Titta Tumino porta la voce della Soprintendenza ai Beni Culturali: “I lavori – spiega – sono stati condotti con perizia e in accordo con i nostri uffici. Chi ama la cultura non può che gioire del risultato raggiunto”.

Le note del maestro Marco D’Avola, celebre organista di fama internazionale, hanno sottolineato il taglio del nastro, evidenziando l’ottimo lavoro di restauro dello strumento musicale condotto dalla famiglia Bovelacci.

Padre Giuseppe Antoci, direttore dell’ufficio Beni culturali della Diocesi,  ha ripercorso a beneficio dei numerosi presenti, la storia della Chiesa e delle opere d’arte in essa contenute.

Il progettista Giovanni Consentino e l’architetto Giusi Pagliarello hanno spiegato la varie fasi tecniche dei lavori condotti nel corso di questi mesi.

Al termine, la scuola di cucina “Nosco” ha celebrato la consegna dei diplomi e delle borse di studio per i nuovi cuochi professionisti. “Ci piace ricordare che oltre il novanta per cento dei nostri studenti – avvertono Vincenzo Scrofani e lo chef Giovanni Galesi trova un lavoro nel settore della ristorazione. Siamo lieti perché anche in questo corso abbiamo potuto lavorare nel segno della qualità”.

Al termine, un ricco buffet offerto dall’Antico Convento e predisposto dagli chef ha suggellato la fine di una giornata importante per la comunità iblea.

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Autore

Giornalista professionista presso “La Sicilia”.



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