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Pubblicato il 19 Ottobre 2016 | di Agenzia Sir

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Il postino busserà a giorni alterni

Una volta si diceva che il postino suona sempre due volte…un vecchio adagio diventato oggi un mito, adesso forse busserà a giorni alterni.Secondo un comunicato del Sil-Cisl i lavoratori di Poste Italiane inizieranno uno sciopero nazionale di tutte le prestazioni straordinarie e aggiuntive, dal 24 ottobre al 23 Novembre 2016, mentre il giorno 4 Novembre si effettuerà una giornata di sciopero generale nazionale con manifestazioni in tutti i Capoluoghi di Regione e una a Roma davanti la Sede dell’’Azienda. La dichiarazione dello sciopero generale indetta dalle Organizzazioni Sindacali SLP CISL, SLC CGIL, FAILP CISAL, CONFSAL COMUNICAZIONI, E UGL COMUNICAZIONI, è scaturita a seguito della volontà del Governo e dell’AD a collocare in borsa un ulteriore 30 % di Poste Italiane e della volontà dell’AD a portare avanti il progetto di recapito della corrispondenza a giorni alterni su tutto il territorio nazionale, nella provincia di Ragusa partirà nei primi mesi del prossimo anno, oltre alla chiusura di uffici postali in piccoli comuni: nella provincia di Ragusa ha interessato gli Uffici di Roccazzo e Bellocozzo con apertura a giorni alterni.

imagesIn merito alla privatizzazione le OO.SS. – tra questi il Sil-Cisl – fanno rilevare che un’ulteriore privatizzazione di Poste Italiane snaturerà la funzione sociale e gli asset strategici e i primati produttivi dell’azienda. Funzione sociale che costituisce un elemento imprescindibile di garanzia e sviluppo all’interno del sistema paese e delle relazioni che intercorrono tra azienda, istituzioni, sistema produttivo e cittadini. Ciò vuol dire che qualsiasi decisione si prenda in merito a Poste Italiane, queste attengono anche, inevitabilmente ai cittadini, alla loro tutela e alla implementazione e attualizzazione dei servizi essenziali. “Un’ulteriore processo di privatizzazione di Poste Italiane – dichiara il sindacato Cisl – muterebbe gli assetti proprietari di Poste, marginalizzando il controllo pubblico della stessa con il rischio di un annullamento del servizio sociale. Servizio sociale che attualmente viene fornito a tutti i cittadini. Inoltre ci sembra che si voglia arrivare alla svendita di Poste Italiane il cui ricavo serve solo per fare poca cassa. Questo perchè già con la collocazione in borsa effettuata a novembre 2015, il 35%, sono entrate nelle casse dello stato circa 3 mld di euro mentre con l’attuazione della nuova vendita entrerebbero nelle casse dello stato circa 2 mld di euro”. Il Governo afferma che il guadagno deve servire ad alleggerire il debito pubblico,il Silp-Cisl ritiene invece che difficilmente i 2 mld possano alleggerire un debito pubblico di oltre 2000 mld di euro, infatti non si avrà alcun beneficio ma si otterrebbe solo lo smantellamento di una delle più grandi aziende italiane che tra l’altro produce ricchezza e metterebbe a rischio migliaia di posti di lavoro. Infine per soddisfare l’obbligo di servizio universale è importante mantenere ben funzionanti le reti postali, con un numero sufficiente di punti di accesso nelle aree rurali, remote o scarsamente popolate, e per la chiusura degli uffici più piccoli, nella provincia di Ragusa ci troveremmo di fronte ad un taglio di personale superiore alle 30 unità. Ciò andrebbe ad aggravare una situazione già non sostenibile in termini risorse umane e di fornitura di servizio.

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