Pubblicato il 7 Novembre 2016 | di Redazione
0Sant’Agata torna agli antichi splendori
Sant ‘Agata. La chiesa di Sant ’Agata ai Giardini Iblei è tornata, dopo molti anni, al suo splendore. Si sono infatti conclusi i lavori di consolidamento e di restauro della struttura adiacente all’antico convento dei Cappuccini. Un lavoro minuzioso che ha restituito alla comunità un bene architettonico di pregio, un luogo di culto e il celeberrimo Trittico di Pietro Novelli.
La collaborazione tra Diocesi di Ragusa, fondazione San Giovanni Battista, Comune, Soprintendenza, imprese e professionisti che hanno lavorato all’interno della chiesa si è rivelata proficua. «Un meccanismo virtuoso di collaborazione – ha ricordato il vescovo monsignor Carmelo Cuttitta – produce risultati importanti. Il fidanzamento tra la Diocesi ed il Comune di Ragusa ha già prodotto risultati importanti. Mi auguro che si possa proseguire su questa strada al fine di permettere ai tanti visitatori, turisti e fedeli di potere usufruire con continuità dei tanti luoghi di culto presenti tra Ragusa e Ibla che, purtroppo, rimangono inaccessibili per lungo tempo. Da oggi lancio il sogno che tutte le chiese del territorio siano sempre fruibili».
Monsignor Cuttitta ha reso pubblica una ulteriore riflessione sul corretto uso dei soldi pubblici. «I lavori per Sant ’Agata – ha sottolineato – sono frutto per metà di soldi dati dagli italiani con l’otto per mille alla Chiesa Cattolica e per la restante parte con fondi derivati dal Comune di Ragusa. Mi chiedo quanto si potrebbe fare di buono se lo Stato impegnasse il restante 992 per mille delle nostre tasse in reali servizi ai cittadini».
Grande soddisfazione è stata espressa anche dalla fondazione San Giovanni Battista. «La riapertura della chiesa – ha aggiunto il presidente Tonino Solarino – è motivo molteplice di gioia. Quando in una città aumentano i luoghi di preghiera e di aggregazione c’è più possibilità di salute. Se oggi questo edificio ricco di bellezza e spiritualità torna ad essere fruibile lo dobbiamo alla grande alleanza tra la Cesi, la Diocesi di Ragusa, la Fondazione e il Comune di Ragusa. Non saremmo riusciti a completare i lavori nei tempi stabiliti se non avessimo potuto contare su una ottima direzione dei lavori, su tecnici di alto livello e funzionari dei vari enti pubblici coinvolti assetati di soluzioni e non solo di regole. Oltre alla Soprintendenza, al Genio Civile, alla Camera di commercio e ai titolari delle ditte impegnate nei lavori, il plauso va anche alle maestranze che ogni giorni si sono impegnate affinché oggi potessimo vivere questo momento».
Anche il sindaco Federico Piccitto ha salutato la riapertura della chiesa. «Mi piace sottolineare – sono state le parole di Federico Piccitto – che i lavori non si sono mai fermati, anche grazie alla solerzia e capacità dei tecnici coinvolti. Le chiese sono patrimonio di tutti, sia come veicolo di culto che come strumento di cultura e sviluppo turistico».
Le note del maestro Marco D’Avola, celebre organista di fama internazionale, hanno sottolineato il taglio del nastro, evidenziando l’ottimo lavoro di restauro dello strumento musicale condotto dalla famiglia Bovelacci.
Padre Giuseppe Antoci, direttore dell’ufficio Beni culturali della Diocesi, ha ripercorso la storia della chiesa e delle opere d’arte in essa contenute.
Al termine, la scuola di cucina “Nosco” ha celebrato la consegna dei diplomi e delle borse di studio per i nuovi cuochi professionisti.
«Ci piace ricordare che oltre il novanta per cento dei nostri studenti – hanno evidenziato Vincenzo Scrofani e lo chef Giovanni Galesi – trova un lavoro nel settore della ristorazione».