Società

Pubblicato il 25 Dicembre 2016 | di Redazione

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Il Sud e i Paesi del Mediterraneo in un’Europa cui restituire l’anima

Si è svolto a Caserta, dall’11 al 13 novembre scorso, il convegno nazionale Meic dal titolo “Dal Sud al Nord. Un’Europa aperta al Mediterraneo”, che ha visto la partecipazione di gran parte dei gruppi Meic italiani, compreso il gruppo di Vittoria.

Prendendo le mosse da un’analisi delle vicende storiche e politiche post-unità d’Italia e delle dinamiche socio-economiche del Mezzogiorno, si è cercato di evidenziare quali siano le ragioni del divario esistente tra Nord e Sud, divario che invece di essere colmato si è ampliato sempre più.

Secondo l’ex-ministro Fabrizio Barca, ciò che impedisce la crescita del Sud è un apparato pubblico statale e un sistema di governo locale che non dialogano. Fondamentale appare un’inversione di marcia, tramite l’individuazione da un lato di una nuova visione che punti all’internazionalizzazione delle eccellenze e al miglioramento dei servizi, dall’altro di una metodologia operativa che assicuri una collaborazione tra il governo nazionale, cui dovrebbe spettare il compito di destabilizzare le dinamiche perverse delle istituzioni regionali, e gli enti locali, responsabili della conoscenza del territorio.

Un argomento scottante sollevato da Raffaele Cantone è stato quello della lotta alla corruzione sistemica, uno dei mali peggiori dell’Italia che allontana potenziali investitori stranieri. Fattore decisivo per il sollevamento del Mezzogiorno è proprio l’abbandono della cultura dell’illegalità e il ripristino del rispetto delle regole.

Il convegno ha voluto non solo analizzare i problemi, ma anche provare ad individuare delle soluzioni e ad offrire strategie per il futuro. A questo proposito è sorto l’interrogativo su quale ruolo può svolgere la Chiesa, il Meic e le altre aggregazioni laicali. La risposta più ovvia è stata quella di fungere da vere e proprie “agenzie educative” per far comprendere i danni che l’illegalità produce e trasmettere il messaggio che il rispetto delle regole garantisce più concorrenza, partecipazione e democrazia.

Degne di nota sono state le parole del vescovo di Caserta monsignor Giovanni D’Alise, il quale ha esortato a non aver paura ad avvicinarsi alla sfera politica, a coinvolgersi nella realizzazione di progetti concreti, iniziative e proposte da presentare agli amministratori.

Anche il presidente nazionale del Meic, Beppe Elia, nel discorso conclusivo del convegno, ha affermato che il Meic deve individuare delle forme operative, delle collaborazioni (non solo con altre associazioni ecclesiali) per costruire iniziative e progetti indirizzati verso una collaborazione tra Nord e Sud per la costruzione di una società più coesa, capace di superare i problemi del Paese e che nel meridione sono particolarmente acuti. La crisi della politica, infatti, affonda le sue radici proprio nel non valutare le relazioni e la solidarietà tra le persone.

Dal nostro punto di vista di membri del Meic, la partecipazione al convegno nazionale è stata fonte di grande ispirazione per lo stile in cui è stata affrontata la problematica del rapporto tra Nord e Sud d’Italia, grazie al contributo e allo scambio di racconti e idee provenienti da diversi settori e contesti. Spetta a noi adesso, come parte integrante del nostro cammino di fede, il compito di elaborare delle linee di azione locale che ci portino a tradurre in pratica le idee ascoltate.

Andrea Sigona

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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