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Pubblicato il 4 Febbraio 2017 | di Redazione

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La parvenza di libertà e la vera libertà

Quotidianamente usiamo parole che, se vengono analizzate bene, sono dei veri e propri enigmi: ad esempio, chi ha mai visto la libertà?

Abbiamo partiti della libertà, statue della libertà, ma in realtà si tratta solo di un concetto. Mai nessuno ha potuto vedere la vera libertà in carne e ossa!

Pensandoci bene, siamo sempre determinati da cause e, anche se volessimo, potremmo scegliere tra una serie finita di possibilità, non infinita. Al massimo possediamo una libertà di scelta, ma non una “libertà libera”.

Possiamo decidere di spostarci a destra, di danzare a sinistra, ma non possiamo fare tutte queste cose nello stesso tempo e in maniera absoluta. La domanda che sorge allora è: “esiste una forma di libertà autentica che non sia parvenza di libertà?”.

Pico della Mirandola, nella Oratio de hominis dignitate, scrive: “poteris in inferiora quae sunt bruta degenerare; poteris in superiora quae sunt divina ex tui animi sententia regenerari” (Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine).

Ma ne siamo davvero convinti? Se la “libertà assoluta” non esiste, perché è sempre determinata da cause, allora solo se il nostro agire è determinato da una causa sui, esso diventa realmente libero. Essa è quel “dono terribile” di cui parla il Grande Inquisitore di Dostoevskij; è quel “dono tremendo” del Cielo e per il Regno che la Chiesa, secondo lo scrittore russo, ha voluto seppellire, perché l’uomo non è capace della libertà che il Vangelo proclama. E’ “libertà libera” in quanto schiava della Causa Prima. Ed ecco il paradosso: libertà è schiavitù!

Così, nel cristianesimo, la vera libertà si manifesta nell’obbedienza e nella sottomissione al Padre, causa di se stesso e unico autore libero di ogni cosa. San Paolo lo afferma con chiarezza nelle sue lettere. E’ solo la sottomissione a Cristo, quella che Massimo Il Confessore chiama “splendido scambio di amore”, a fare dell’uomo un angelo. Scrive l’apostolo delle genti: “Gesù offrì preghiere con forti grida e lacrime e fu esaudito per la sua sottomissione” (Eb 5,7). Quindi, come Cristo si è sottomesso al Padre, così noi dobbiamo sottometterci a Gesù! Difficilissima missione! Infatti, è più facile per tutti entrare nella “porta della perdizione” che praticare la via della “porta stretta” e dell’ascesi! (cfr. Mt 7,13-14). La testimonianza della Croce, che tutto abbraccia e salva, è simbolo di questa “scandalosa” Libertà!

Lo stesso Platone aveva capito benissimo che non esiste libertà se non nell’atto del liberare. Ma il sangue di Socrate non è il sangue di Dio! E il gallo sacrificato ad Asclepio non è quello che canta nella notte in cui Cristo, dopo la grande umiliazione, scende agli inferi e con l’anàstasis vince eternamente la Morte.

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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