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Pubblicato il 17 Febbraio 2014 | di Redazione

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Renzi, dove ci porterai?

Sto leggendo in questi giorni una storia del nostro Paese dal 1945 al 1990 , scritta da Maria Chiaia, docente di Lettere nei licei ,quinta Presidente Nazionale del Centro Italiano Femminile .
A questo volume di quattrocento pagine si attaglia più il sottotitolo “Il Centro Italiano Femminile, la Chiesa, il Paese dal 1945 agli anni Novanta” che il titolo “Donne d’Italia”. Infatti non di una storia al femminile, nè di una storia di donne, si tratta ma della storia del nostro paese affrontata con una ricchissima documentazione e con lo sguardo di chi per molti anni ha vissuto in prima persona gli eventi che narra con uno stile sobrio e con un linguaggio chiaro che rende queste pagine accessibili ai non addetti ai lavori, secondo le buone regole della divulgazione. Proprio in queste pagine leggevo l’altro ieri che la prima repubblica è caduta perchè era basata sulla partitocrazia. I tentativi di cambiamento, come il referendum che ha introdotto nel nostro Paese il sistema maggioritario, la nascita di nuove forze politiche che sembravano dar voce alle istanze reali dei cittadini sono falliti, siamo rimasti in un regime di partitocrazia.
Gli eventi di ieri ne sono la prova. Una crisi di governo nasce per decisione della direzione generale di un partito il PD. Il premier ,appartenente allo stesso partito che lo sconfessa, non può far altro che dimettersi con grande dignità, e con altrettanta dignità aveva rifiutato di partecipare a una riunione in cui si doveva decidere sul suo governo.
Queste mie riflessioni non nascono da una mia appartenenza a questo o quel partito,a questa o quella corrente di un partito. Da anni non riesco più a ritrovarmi in alcuno dei partiti, grandi o piccoli del nostro Parlamento.
Questo non mi impedisce di guardare con attenzione a quello che accade e giudicare secondo le mie convinzioni.
Da cittadina italiana,nonostante le inevitabili riserve, ho guardato all’operato di Enrico Letta con una certa fiducia, confortata anche dai riflessi sul nostro prestigio internazionale e dal sia pure lento miglioramento della nostra economia. Non si può, d’altronde, ignorare la situazione che Letta aveva ereditato dai suoi predecessori.
Ora non riesco a capire la fretta di Matteo Renzi di cumulare la carica di segretario del PD con quella di premier! Da cittadina italiana penso che il nostro Paese in questo momento aveva bisogno di una continuità nell’azione governativa e di un segretario del PD che si impegnasse a tempo pieno per fare uscire questo partito dalle lacerazioni che hanno segnato la sua storia e la storia dell’Italia, purtroppo, di quest’ultimo anno. Abbiamo dimenticato che durante le elezioni del Presidente della Repubblica il PD si è comportato come Saturno che mangiava i suoi figli? Abbiamo dimenticato le candidature bruciate di Marini e di Prodi, guarda caso entrambi provenienti dall’area cattolica? Il problema del PD è, forse, che non è riuscito l’amalgama tra gli ex PCI e gli ex DC? A guardare al siluramento di Enrico Letta sembra di sì.
Ma poi, se guardiamo al rottamatore Renzi, anche lui appartiene alla stessa area. E allora? Cosa ci riserva quello che solo per oggi è ancora sindaco di Firenze? Riuscirà a risolvere i problemi che accusa gli altri di non aver risolto? O dopo la sorpresa di aver fatto entrare Berlusconi nella sede del PD, di aver proposto una legge elettorale senza preferenze, di aver silurato il governo Letta, andremo solo di sorpresa in sorpresa….Avevamo già due capi partito più adatti a dare spettacolo che a fare politica!!!

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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