Pubblicato il 23 Marzo 2017 | di Redazione
0Il prof. Guzowski recensisce il libro “Misterium hominis” di Nicastro
Qui di seguito illustriamo la recensione del prof. dott. Krzysztof Guzowski sul libro:
Luciano Nicastro, Misterium Hominis. Fenomenologia trascendentale del desiderio umano
Baglieri editrice 2014 Vittoria (RG) – pp.174 – € 15,00
RECENSIONE in polacco
Luciano Nicastro appartiene al movimento internazionale dei personalisti. È legato da anni alla rivista quadrimestrale “Prospettiva Persona”, attorno alla quale è sorta una rete di centrostudi sugli stessi territori, in Italia e in alcuni paesi del mondo.
È professore di filosofia e sociologia a Ragusa e Palermo in Sicilia. Studioso e scrittore particolarmente creativo. L’ultimo suo libro è il sedicesimo della sua creatività.
Il libro Misterium Hominis (=Mistero dell’Uomo!) sicuramente interesserà non soltanto i filosofi ma anche i sociologi e teologi. Questo libro è scritto da chi è un acuto osservatore dei processi socio-culturali e anche profondo conoscitore dell’esperienza spirituale dell’uomo.
Il metodo di descrizione fenomenologico aiuta in questo libro a capire i diversi eventi complessi, che si sono verificati nei campi della cosiddetta cultura e civiltà occidentale come radicata nel profondo dei desideri umani. Essi prendono diverse forme e diverse definizioni ma si riferiscono ad un orizzonte di senso superiore e sempre trascendono verso Dio. Non è possibile sul piano strutturale negare quei desideri nascosti nel cuore anche quando superano la frontiera storica della natura umana e i suoi limiti culturali attraverso il processo in atto di dehumanizzazione e di decadenza della civiltà occidentale.
L’autore cita vari autori non legati al pensiero cristiano come prova che le sue opinioni rispecchiano la realtà oggettiva contemporanea (es.Guenther Anders…).
Nicastro ritiene che i desideri dell’uomo sono stati attutiti e spenti per colpa della cultura comunista livellatrice.
Numerosi centri mediatici cercano di farci credere che il livello dei nostri desideri è stato definito e realizzato sotto l’aspetto della produzione dei prodotti e messo nei supermercati. Tuttavia la persona umana realizzandosi propriamente nel mondo spirituale non è soddisfatta, malgrado che le statistiche fanno vedere che la maggioranza dei cittadini in alcuni paesi occidentali si dichiara come non credente. Secondo l’attenzione dei mass media si registra una verità di fatto e relativa nella quale si afferma come unica religione egemone quella dell’ateismo pratico. I risultati della ricerca dicono dell’aumento di interesse verso la spiritualità nell’antropologia e di ogni strutturale dimensione ontologica ed etica e di tutto ciò che fa pensare l’uomo su questa sfera superiore.
La categoria desiderare (o sognare) non usa Luciano Nicastro nè come espressione di una semplice funzione onirica nè in senso di fuga dalla realtà verso il mondo ideale.
Vogliamo con questo termine abbracciare le dinamiche dell’uomo immerso in questa realtà sui piani della sociologia, filosofia e politica. La società contemporanea è priva di progetti utopistici e attraversa oggi una condizione di profonda e acuta disperazione. Il pensatore siciliano appartiene agli allievi e promotori della scuola di pensiero personalista e comunitaria tipo Mounier e per questo valuta la condizione della società contemporanea secondo l’analisi del suo pensiero filosofico. Lui sostiene che dopo la caduta dell’ideologia il male nella società si sviluppa su tre piani: esistenziale, relazionale e del lavoro. In relazione a questo, oggi è difficile proporre un antidoto per questo problema sociale così largo ed esteso su vari livelli. Nonostante questo, Nicastro crede che, oltre a reagire alle forme concrete della crisi odierna dell’uomo, bisogna lavorare su una nuova idea di bene comune, senza ricadere nell’utopia ideologica contemporanea – farà prendere coscienza all’uomo cosa c’è dentro la loro natura e cosa avviene nelle forme più bisognose del desiderio umano. Per questo bisogna far prendere coscienza dentro la sua natura di Misterium di che cosa voglia dire struttura analogica dell’uomo.
Tale proposta serve per recuperare il senso di sè smarrito in questo groviglio di multiculture e nella spirale del nichilismo inquietante attraverso l’appello alla natura umana e profonda. Come nell’enciclica di Giovanni Paolo II “Fides et ratio” bisogna prendere coscienza che logicamente ed ontologicamente bisogna risalire dai fenomeni antropologici ai loro fondamenti. E quindi dalla fenomenologia si dovrebbe risalire organicamente al piano ontologico in modo da mirare teleologicamente alla prospettiva religiosa di senso pieno.
Il professore siciliano fa riferimento allo psicoanalista J.Lacan, il quale ha sostenuto che il desiderio – istinto influisce nella ricerca della Felicità nel modo individuale di vivere il piacere e di consumare il bene desiderato. In questo modo l’uomo contemporaneo, come homo oeconomicus, incitato dalla pubblicità e dalla voglia di imitare gli altri si è trasformato in homo consumans, in modo compulsivo. Anche questo fenomeno ci fa vedere che dentro l’uomo è nascosto il profondo desiderio della felicità, che si realizza secondo i canoni moderni della felicità. In questo modo i luoghi per raggiungere la felicità non sono oggi “naturali”, ma finti, e portano ad un circolo vizioso dal quale l’uomo non riesce ad uscire, anche se non ha raggiunto la sognata felicità. Nicastro nel suo libro fa un’analisi molto accurata di queste correnti di pensiero e dei sottesi processi sociali del modus vivendi facendo notare che l’uomo non si può ridurre al solo corpo e nemmeno all’animale che è in lui al quale basta appagare i suoi istinti. La sfera dell’anima non solo non può essere taciuta ma da sola bussa per avere voce nel contesto di tutte le crisi e i mali della società intrise da materialismo e consumismo.
Dalla grandezza di questo concetto contenuto nel libro dimostrano i titoli di sei capitoli del libro: Confessioni post – umanesimo (1); Il fondo dell’anima (2); Il mistero del volto umano (3); La realtà come ricostruzione (4); Dualismo nella storia della filosofia (5); Verso la riduzione antropologica (6). Sulla base di così vasta presentazione del concetto antropologico e confronto con risultati di analisi empirica, Nicastro in maniera raffinata sottolinea che ancora negare l’esistenza dell’anima nell’uomo e nella sua realtà, sarebbe assurdo perchè tutte le conseguenze dei cambiamenti della civiltà, della cultura e i cambiamenti antropologici dimostrano la presenza dello spirito – sia come elemento spirituale che come forma d’essere di un uomo, sia nel senso di valore che permette di realizzare il desiderio di felicità – non solo verso i propri sogni e i desideri, ma anche come campo di buona autorealizzazione personale.
Il libro va consigliato a chiunque si impegna nel mondo ed ha bisogno delle buone analisi critiche basate su materiali elaborati in modo ricco e approfondito, fondate sull’antropologia personalista.
Anche se si può essere in disaccordo con l’autore, per quanto riguarda alcuni suoi progetti di futuro, tuttavia la sua diagnosi della crisi antropologica e la prognosi personalista e comunitaria sono condivisibili. Quelli contenuti nei libri precedenti purtroppo non si stanno verificando. Forse sarà difficile teoricamente convincere i consumatori, che la strada per la felicità non si raggiunge attraverso lo shopping materiale ed ideologico ma con uno stile di vita diverso, quando mangiare sano diventerà di moda e l’ascesa verso i valori spirituali sarà criterio di selezione e priorità di orientamento al consumo tra cui nei primi posti si metteranno i valori della sapienza e della prudenza.
Prete, prof. Dott. Abilitato Krzystof Guzowski