Pubblicato il 14 Aprile 2017 | di Redazione
0Nella “scinnuta” la devozione di Ragusa Ibla
La festa di San Giorgio a Ragusa è un appuntamento tanto atteso dalla cittadinanza che accresce ancora di più la sua gioia pasquale. Si addicono bene, a tal proposito, le parole del vescovo San Pier Damiani, in uno dei suoi “Discorsi”, riportate nella lettura patristica dell’Ufficio delle letture della liturgia oraria, in cui egli afferma che la festa del santo Martire Giorgio «raddoppia la letizia della gloria pasquale e, come gemma preziosa, fa risplendere con la bellezza del suo splendore, l’oro in cui è incastonata».
Partono già da domenica 16 aprile le prime cerimonie in onore al santo patrono con la tradizionale e secolare discesa del venerato simulacro e dell’Arca santa, alla presenza di un bagno di folla che gremisce il duomo. Una cerimonia la cui origine risale ai tempi dei vecchi riti del Sabato Santo, prima della riforma liturgica, in cui si portavano in processione i simulacri del Risorto e di San Giorgio. La festa liturgica del 23 aprile, infatti, cade sempre nel periodo pasquale e certi anni coincide proprio con il giorno di Pasqua; ecco quindi le motivazioni che portarono un tempo a celebrare la Pasqua con la processione dei simulacri del Cristo risorto e di san Giorgio. Dopo la veglia pasquale, i fedeli procedevano alla “Scinnuta”, cioè la traslazione del simulacro del patrono e l’arca santa, per poi procedere alla processione gioiosa del Cristo e del santo cavaliere. Si pensa che la stessa “ballata”, abbia avuto inizio proprio dalla festa del sabato santo; più che essere il trotto del cavallo, in realtà voleva esprimere l’exultet pasquale.
Oggi, soppressa la processione del sabato santo, rimane la gioiosa ma nello stesso tempo commovente “Scinnuta” con la quale il simulacro di San Giorgio viene accolto dai suoi devoti, dai ragusani residenti della Ragusa alta e dai curiosi turisti che, incantati, si uniscono al clima di festa del popolo ragusano. Statua che viene, quindi, sistemata nel transetto della chiesa madre per la venerazione dei fedeli e per le celebrazioni liturgiche in onore al santo cavaliere.
Un richiamo per tutti, dunque, quello di domenica 16 aprile: suono di campane, gioiose melodie dell’organo settecentesco, chiesa illuminata e addobbata a festa, presenza numerosa di fedeli, grido osannante dei devoti, applausi, bambini sorridenti, famiglie contente, anziani in lacrime; è il ‘barocco’ della religiosità popolare ragusana che onora San Giorgio, chiamato a proteggere questa città. È solo l’inizio dei festeggiamenti che continueranno con la memoria liturgica del 23 aprile e quella esterna del 26, 27 e 28 maggio.
Paolo Antoci