Pubblicato il 19 Giugno 2017 | di Luciano Nicastro
0Testimoniare la verità come luce della realtà
Riflessione conclusiva di “La Maschera di Zorro nei Sacri Palazzi!”
Anziché parlare di “post-verità”, termine usato ed abusato in questi giorni nel dibattito culturale sull’informazione e le comunicazioni sociali, bisognerebbe parlare di “morte della verità”: dopo la morte di Dio, la morte dell’uomo e la morte del prossimo!
Questa è la via del ritorno e del disvelamento e non quella della ripetizione conformistica delle “piccole parole” del mercato dei social e del teatro dei pensatori “postmoderni”, profeti e maestri dell’assolutizzazione del relativismo.
Non siamo noi a creare la Verità, ma è la Verità in persona Christi a creare la nostra coscienza e la nostra intelligenza, la nostra libertà e autonomia reale, spirituale e vitale. L’abito della Verità, dunque, non può essere scambiato per la VERITÀ. L’Uomo libero vi accede con l’umiltà del cuore e con la paziente ricerca del concetto. La Verità “forte” non appartiene al “pensiero debole”, ma al pensiero “intenzionale” e rispettoso dell’evidenza. Non è la Verità un’opinione, ma una manifestazione!
Per Agostino < in interiore homine habitat veritas >. Per Tommaso la porta della Verità è <adaequatio rei et intellectus>.
Per Cartesio si entra nel Tempio della Verità attraverso le idee innate perché sono evidenti e l’evidenza è -come è noto!- <chiarezza e distinzione delle idee> del Cogito, cioè presenza(!) di un contenuto <ad uno spirito attento> e definito e distinto nella sua peculiarità, nella sua portata e nella sua capacità. Il pensiero dell’Uomo non “inventa” ma “scopre”, non “crea” ma “custodisce” nella mente e “conserva” nel suo Cuore e nella potenza logica del Cogito.
Per Bacone la verità viene identificata con la realtà e con l’esplorazione scientifica del mondo dell’esperienza mediante l’induzione e non attraverso la “visione empirica” che perde per strada la complessità e la ricchezza della profondità. La Mente deve liberarsi dagli “idola”, cioè dai pregiudizi che impediscono la conoscenza obbiettiva della verità, e procedere alla “investigazione scientifica della esperienza” (prima vindemmiatio e tabula presentiae, absentiae e graduum) che porta alla Verita in progress…
Con questa mia considerazione voglio non solo precisare la quaestio de veritate, ma collocare il tema delle “fake news” nel quadro delle opinioni “ambigue”, perché pur essendo soggettive vengono diffuse come oggettive e trasmesse come verità di esperienza e di ragione nello stesso tempo…
La Verità è la Luce della Realtà nella sua nobile funzione a livello non solo sintattico ma semantico. La lotta contro il dilagare del grande pregiudizio logico contemporaneo è quindi doverosa per riannodare il <sentiero interrotto> del cammino della Verità. Anche in questo ci viene in aiuto la Resurrezione come nuova creazione.