Vita Cristiana

Pubblicato il 20 Dicembre 2017 | di Saro Distefano

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Ai genitori regaliamo un bell’album di foto e di ricordi

Un modo per apprezzare i ricordi nell’era del digitale.

Pare che la crisi economica, nella nostra bella quanto desolata Sicilia, stia rallentando. Non stiamo ancora crescendo, ma quantomeno non affondiamo. Potrebbe pertanto accadere d’avere qualche regalo sotto i nostri alberi natalizi. E chissà quanti nuovi modelli di smartphone e quante macchinette digitali. Queste seconde molto meno numerose rispetto ai cellulari multiuso, e certamente in misura più contenuta rispetto ad un recente passato, quando i telefonini non potevano scattare foto e quando potevano erano serviti da processori di tre megapixel.

La possibilità di scattare foto, anche tecnicamente apprezzabili, è evidentemente una gran bella cosa, per gli appassionati (molti dei quali hanno messo in soffitta anche costose reflex) e per tutti noi, sia quelli che ci divertiamo coi selfie, sia quelli che colle foto scattate dal telefono ci lavorano (in tal senso, ultima frontiera, il medico che riceve il whatsapp con la foto della ferita o delle placche alla gola e prescrive l’antibiotico o lo spray disinfettante).

I soli a non essere contenti della rivoluzione digitale, quantomeno con riferimento alle immagini e alla loro diffusione, sono gli anziani come mia madre, assoluta analfabeta digitale, anzi informatica, anzi elettronica (fa eccezione, ovviamente, la capacità di telefonarmi a qualunque ora col suo vecchio Nokia per sapere se a pranzo preferisco lenticchie o ravioli).

“Da dieci anni non ho più il piacere di vedere fotografie” mi rimprovera. Ed ha ragione, da vendere. Un tempo scattavo con la mia Olympus un rullino da trentasei “pose”, lo sviluppavo in uno dei tantissimi fotografi cittadini, tornavo a casa con anche solo la metà delle foto “accettabili”, e se avevo tempo le sistemavano in un album. Inforcati gli occhiali per la presbiopia, mia madre e mio padre potevano guardarle, tra una Raffaella Carrà e un Maurizio Costanzo.

Adesso io ci provo a far vedere come suona la chitarra suo nipote, magari anche con un video, ma mia madre, con gli stessi occhiali “da vicino”, non vede bene in un monitor da tre pollici, e la possibilità di “allargare” la foto non risolve molto.

Il mio è un appello, a tutti quelli che come me hanno ancora la sfacciatissima fortuna di avere i genitori, seppure molto anziani: a Natale regaliamo loro un bell’album (ce ne saranno ancora in vendita? Spero di si), e per qualche tempo le più belle, anche poche foto dei nostri cellulari, rendiamole “fisicamente” maneggiabili, stampiamole (presso quei fotografi che resistono) e inseriamole nell’album per la gioia dei nonni, e per provare a farli stare qualche ora (minuto?) coi loro nipoti, tra una pagina Instagram e una chat col whatsapp. Chissà che agli adolescenti non venga la felicissima idea di condividere coi nonni anche le foto dei decenni scorsi, quelle che mostrano la “storia” della famiglia e della comunità.

 

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Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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