Vita Cristiana

Pubblicato il 10 Gennaio 2018 | di Redazione

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Omelia di Mons. Diquattro per ricordare Padre Vito Bentivegna

Omelia di Mons. Giambattista Diquattro
in occasione del Trigesimo di Padre VITO BENTIVEGNA

Un mese fa mi giungeva da casa la dolorosa notizia della triste scomparsa del caro Padre Vito Bentivegna e, ad un mese di distanza, nella Celebrazione Eucaristica per il trigesimo, sono commosso nel ritornare a celebrare in questa Chiesa nella quale tante volte l’ho incontrato e sono rimasto a colloquio con lui, specie durante il tempo del Seminario.
Padre Bentivegna trasmetteva la ricchezza di una vocazione sacerdotale piena di un armonioso equilibrio di doti pastorali, di una prudenza saggia e competente, di una conoscenza della Chiesa solidamente incarnata in un amore presbiterale tanto forte quanto disinteressato. Le conversazioni avevano spesso riferimento ad aspetti della amministrazione della giustizia canonica, tema nel quale non solo era particolarmente versato e specificamente competente, ma anche noto esperto per un pluridecennale ministero pastorale nei tribunali ecclesiastici di Palermo e di Ragusa.
La liturgia della Parola di oggi ci aiuta a comprendere alcuni punti di questa Celebrazione del trigesimo.
Oggi celebriamo la festa del Battesimo del Signore che conclude il tempo di Natale. Il Vangelo descrive ciò che avvenne sulla riva del Giordano. Nel momento in cui Giovanni il Battista conferisce il battesimo a Gesù, il cielo si apre. << Subito – dice san Marco – uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli>>(1,10). Torna alla mente la drammatica supplica di Isaia:<< Se tu squarciassi i cieli e scendessi!>>(Is 63,19).

Questa invocazione è stata esaudita nell’evento del Battesimo di Gesù. E’ così finito il tempo dei “cieli chiusi” che stanno ad indicare la separazione tra Dio e l’uomo, conseguenza del peccato. Il peccato ci allontana da Dio e interrompe il legame tra la terra e il cielo, determinando così la nostra miseria e il fallimento della nostra vita. I cieli aperti indicano che Dio ha donato la sua grazia perché la terra dia il suo frutto (cfr Sal 85,13).
La terra è diventata la dimora di Dio fra gli uomini e possiamo incontrare il Figlio di Dio, sperimentandone tutto l’amore. Lo incontriamo presente nei Sacramenti, specie nell’Eucaristia. Lo possiamo riconoscere nel volto dei nostri fratelli. I cieli aperti indicano che la Santa Messa ci introduce nella Liturgia celeste: celebriamo adesso e ci prepariamo alla celebrazione di Dio senza fine. Siamo in cammino dalla liturgia della Gerusalemme terrena, alla Liturgia della Gerusalemme celeste, liturgia trinitaria, dove lo Stesso è lodato, lo Stesso loda nel suo corpo, lo Stesso ispira la lode.
Con il Battesimo di Gesù non solo si squarciano i cieli, ma Dio parla facendo risuonare la sua voce:<< Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento>>(Mc 1,11). La voce del Padre proclama il mistero che si nasconde nell’Uomo battezzato dal Precursore ed, al contempo, annuncia l’opera di salvezza che Dio attua in ogni battezzato ed in ogni uomo di buona volontà che cerca Dio con cuore sincero. Il sacerdote sa di essere oggetto di compiacimento di Dio e che il compiacimento di Dio si estende a tutto il Corpo di Cristo che è la Chiesa. Il servizio sacerdotale è dunque un servizio nel compiacimento di Dio.
Il compiacimento di Dio non è un vago sentimento. Esso si esprime nell’azione dello Spirito Santo che scende su Gesù Cristo il Consacrato del Signore.
In Gesù Cristo, fin dal Battesimo, nella Confermazione e nel Sacerdozio, lo Spirito Santo continua a scendere per formarci secondo il compiacimento di Dio, per conformarci secondo Dio, cioè secondo Gesù.
Questa è la missione vissuta da Padre Bentivegna: evangelizzarsi ed evangelizzare e così conformarsi e conformare nello Spirito Santo, dare forma alla propria vita e dare forma alla Vigna del Signore che gli era stata affidata, secondo la vita dello Spirito Santo.
Perché lo Spirito Santo che ha animato interamente la vita e il ministero di Gesù è il medesimo Spirito che ha guidato l’ esistenza cristiana e l’esistenza sacerdotale di Padre Bentivegna.
Questa liturgia quindi non solo è nel suffragio e nel ricordo della vita di Padre Bentivegna, ma è un forte appello per tutti noi a porre sotto l’azione dello Spirito Santo la nostra vita di cristiani e la missione che tutti abbiamo ricevuto in virtù del Battesimo. Ciò significa – come continuamente insiste Papa Francesco – ritrovare il coraggio apostolico necessario per superare facili accomodamenti mondani, per superare le insensibilità alla voce dello Spirito Santo e le conseguenti incapacità di parlare secondo lo Spirito, cioè di evangelizzare.
Preghiamo dunque lo Spirito Santo perché ci aiuti, ci dia la forza, ci dia l’ispirazione e ci faccia andare avanti. Maria, Madre di Dio e della Chiesa, accompagni il cammino di tutti noi battezzati, ci aiuti a crescere nell’amore verso Dio e nella gioia di servire il Vangelo, per dare così senso pieno alla nostra vita.

Chiesa di San Francesco di Paola – Ragusa

7 Gennaio 2018 S. Messa Trigesimo Sac. Don Vito Bentivegna

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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