Pubblicato il 29 Gennaio 2018 | di Agenzia Sir
0Quale futuro per il nuovo ospedale del capoluogo?
Il ritardo nell’apertura dell’ospedale Giovanni Paolo II° è oggetto di una accorata lettera stilata dalla senatrice Venera Padua.
“È con estremo dispiacere che mi trovo costretta a scrivere questa lettera aperta, perché speravo che agli inizi del 2018 vi sarebbe potuto essere un esito diverso” così esordisce la senatrice che prosegue: “ Mi duole constatare come la situazione generale della sanità nella provincia iblea non sia affatto soddisfacente, come sia il personale sanitario direttamente impegnato in loco sia gli utenti interessati mi riferiscono sempre più frequentemente. Sono loro il metro di giudizio migliore rispetto al quale un buon servizio può definirsi tale e, per questa ragione, mi sembra quantomai opportuno farmi portavoce delle loro preoccupazioni”.
Il documento è stato diffuso a tutti gli organismi interessati, e quindi in primo piano ai vertici dell’Azienda sanitaria provinciale di Ragusa. La senatrice Venera Padua continua: “Mi riferisco, nel particolare, ai ritardi che riguardano l’apertura dell’ospedale Giovanni Paolo II a Ragusa e all’attivazione del servizio di riabilitazione presso il ‘Busacca’ di Scicli, in seguito all’accordo sottoscritto, oramai tempo addietro, con l’Irccs Bonino Pulejo di Messina. D’altra parte non si può certamente addossare le responsabilità di una situazione sempre più emergenziale all’attuale amministrazione sanitaria, che mi pare porsi in linea di discontinuità con la precedente. Tuttavia la situazione di perdurante incertezza che caratterizza entrambi i nosocomi sembra non giungere mai ad un punto di svolta, nell’attesa di buone notizie che appaiono sempre ad un passo dal divenire realtà ma che poi non lo diventano”.
“Gli interrogativi, tuttavia – prosegue la senatrice – aumentano con il passare del tempo e si è giunti al punto in cui è indispensabile dare risposte definitive e convincenti sulle tempistiche che riguardano i due ospedali”. Dato che non le è possibile, nell’ambito delle competenze inerenti la funzione che ricopre, presentare atti di sindacato ispettivo rivolti al Governo nell’attuale contingenza politico-istituzionale, l’unico strumento a disposizione è questa lettera aperta, che ne intende riproporre lo spirito. Ecco allora una serie di quesiti che, pur non facenti parte di un atto parlamentare che possa definirsi tale, intendono tuttavia sottolineare la gravità della situazione che si è venuta a creare, al fine di riproporre la necessità di avere risposte opportune dalle autorità competenti.
È ancora la Padua a parlare: “Quali sono le ragioni che ostano – si chiede la parlamentare – alla pronta inaugurazione del Giovanni Paolo II? Quali, invece, quelle che hanno impedito, finora, l’attivazione del servizio di neuroriabilitazione al Busacca? Cosa ha determinato questa inerzia nell’agire dell’amministrazione, interrotta da frequenti quantomai poco opportuni proclami d’esser in prossimità del risultato da raggiungere? Quali sono stati i crocevia determinanti che hanno condotto alla situazione attuale? Ho lavorato per lungo tempo sottotraccia, insieme agli organi che sono competenti sulle questioni suddette, nella speranza che alle promesse seguissero poi fatti concreti. Mi trovo oggi, invece, a dover rivedere la valenza concreta di quelle parole ed a denunciare politicamente un agire che, alla prova dei fatti, si è rilevato privo di consistenza e rigonfio di promesse non mantenute”.
La senatrice così conclude: “Nella speranza che entrambe le situazioni riportate si chiariscano e trovino un punto d’arrivo nel più breve tempo possibile, posso assicurare il massimo impegno, per la mia parte e per le mie possibilità, affinché si giunga, finalmente, ad ottenere i risultati auspicati, anzitutto per assicurare servizi più efficaci ed efficienti agli utenti e maggiori certezze al personale sanitario”.
Certo è, aggiungiamo noi, che la mancata apertura del nuovo ospedale del capoluogo continua a danneggiare l’intera comunità iblea per non parlare della pessima immagine che ne scaturisce per la sanità locale: a chi di dovere porre riparo a questo incomprensibile stato di fatto con l’auspicio che si adottino gli interventi e i provvedimenti che il problema invoca con veemenza.