Vita Cristiana

Pubblicato il 31 Gennaio 2018 | di Agenzia Sir

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Comiso e il suo Patrono San Biagio

San Biagio è il Santo per eccellenza della città casmenea ed il 3 febbraio se ne celebra la ricorrenza con riti che affondano le loro radici nella notte dei tempi, come quello della benedizione della gola: il suo culto è tra i più antichi insieme a quello di San Nicola, ed è legato alla presenza di una comunità bizantina nei pressi del quartiere di Abraxia’s dell’antica Comicio.

Dopo il terremoto del 1693 nel 1500 iniziarono i lavori per la costruzione di una nuova chiesa dedicata al santo. Essa fu edificata sulle rovine di una preesistente chiesa basilide del III-IV secolo, a sua volta incorporate nelle originarie strutture di una chiesa romanica. Dalle cronache dell’abate Amico si apprende che il tempio romanico era a tre navate con una cupola centrale, tali strutture andarono però distrutte a causa del citato terremoto del 1693, che colpì tutta la val di Noto. Quindi intorno al 1700 si procedette alla ricostruzione di un nuovo tempio ma ad una sola navata (che ancora oggi possiamo ammirare ).

La chiesa come accennato sopra è ad un’unica navata e si erge su di un imponente scalinata. Sulla facciata, edificata in pietra locale, si apre un elegante e raffinato portale d’ingresso della seconda metà del Settecento, opera dei maestri scalpellini comisani. Il tempio è arricchito da un grazioso campanile decorato con cotti smaltati e sempre all’esterno sul lato della via che porta il nome del santo si trova una pregevole statua sempre in pietra locale ( di recente restaurata ) opera di un maestro del luogo, raffigurante il santo protettore della città risalente al 1736.

All’interno possiamo ammirare diverse importanti opere tra cui due tele del monrealese Pietro Novelli, Santa Teresa transverberata e la Gloria di Gesù e Maria, entrambe provenienti dall’antico monastero di Regina Coeli, poi una Madonna con  putto e san Francesco del 1714, e poi sulla volta sono raffigurate scene della vita di san Biagio, opera del pittore Gaetano Di Stefano di Chiaramonte e del comisano Giuseppe La Leta.

Quella di febbraio è la festa liturgica mentre i solenni festeggiamenti sono rimandati a luglio per consentire – secondo la tradizione antica – la partecipazione di molti più cittadini. Infine il santo è ricordato ogni anno l’11 gennaio anniversario del terremoto che stravolse il Val di Noto mietendo vittime a migliaia (il Santo ne avrebbe a Comiso limitato le funeste conseguenze).

 

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