Pubblicato il 11 Marzo 2014 | di Gian Piero Saladino
0Segno, progetto, luogo, strumento “Insieme” a cavallo di due secoli
Trent’anni fa, quando Insieme è nato, si avvertiva un bisogno impellente di informazione, per rispondere al desiderio di crescita morale e culturale e di partecipazione consapevole alle scelte della comunità locale. I cattolici democratici della Diocesi di Ragusa, in particolare, percepivano in quegli anni l’urgenza di esserci, di confrontarsi con i problemi reali delle persone e della società, di comunicare valori di libertà, uguaglianza e fraternità, che avevano visto protagonisti uomini come La Pira, Lazzati, Dossetti, Fanfani, Moro. La Chiesa ragusana non poteva rimanere estranea allo spirito di quegli anni, generato e sostenuto dal Concilio Vaticano II, né poteva esimersi dalla corresponsabilità civile che fece grande l’Italia degli anni Sessanta e Settanta, sul fondamento della Carta costituzionale del Paese.
Oggi, invece, l’informazione è reperibile ovunque, la televisione accompagna costantemente la nostra vita, internet sforna notizie gratuite in tempo reale, e se ne avverte quindi un eccesso, a tal punto che è difficile orientarsi, scorgere l’orizzonte verso cui ci si muove, credenti e non. Notizie false, amplificate, commissionate, occultate, riciclate, notizie che non rispondono a una logica di servizio alla verità dei fatti e alla maturazione di una coscienza popolare, ma a una logica di profitto per pochi circoli mediatici, politici, economici e finanziari, che con l’informazione ingannano il popolo e più facilmente lo orientano.
Trent’anni fa vivevamo da aspiranti protagonisti di una democrazia rappresentativa centrata sul Parlamento. Oggi ci ritroviamo spettatori passivi e impotenti di una democrazia mediatica asservita ai leaderismi di turno, che minacciano le libertà e i diritti delle persone e privano il popolo della consapevolezza dei problemi e delle vie da percorrere per la costruzione del bene comune.
A chi ci chiede se, dopo trent’anni, in questo mondo di giganti dell’informazione, novelli Golia, abbia ancora senso il nostro Insieme, piccolo Davide, io rispondo che ne ha ancora di più, perché è vicino alla realtà locale quando quasi tutti gli altri la ignorano, perché si sforza di aiutare tutti e non solo i più istruiti, perché aiuta a selezionare e comprendere le notizie nel mare magnum della propaganda informativa, perché offre spazio alla libertà di tutti di comunicare fatti e pensieri, sentimenti e riflessioni, e non fa censure, perché è un presidio di testimonianza cristiana e di democrazia reale contro il ripiegamento dello spirito democratico e di solidarietà dinanzi alla crisi.
Insieme è un “segno” di comunione e di servizio alla Città dell’Uomo, che ascolta la Parola di Dio operante nella storia locale e la rende percepibile, con i suoi valori di amicizia e di fraternità, agli uomini e alle donne di buona volontà.
Insieme è un “progetto”, mai concluso, di comunicazione sociale e di dialogo incessante fra i vari mondi vitali della Chiesa e della Società ragusane, fra le nuove idee ed esperienze vissute da persone e gruppi che animano il nostro “qui e ora”: un progetto di comunione intellettuale fra collaboratori anziani che hanno fatto la storia del giornale, professionisti volontari che guidano il lavoro editoriale nel presente, e nuove leve brillanti, dotate di competenze tecnologiche e mediatiche moderne, o che si stanno formando nel primo corso per giovani animatori della comunicazione sociale organizzato dalla Diocesi.
Insieme è un “luogo” reale e virtuale di incontro, un ambiente nel quale i lettori possono trovare i propri valori e i propri interessi rappresentati e difesi rispetto all’anomia dell’analfabetismo di ritorno e dell’insensibilità, evidente in quasi tutta la stampa, alle notizie positive, portatrici di bene.
Insieme, infine, è uno “strumento” per dire ciò che la fede, la speranza e la carità vissute nella comunità cristiana delle 8 città della diocesi di Ragusa sono in grado di operare al servizio di tutti. Non mi pare sia poco!