Vita Cristiana

Pubblicato il 20 Febbraio 2018 | di Agenzia Sir

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“L’Immacolata” donata all’Asp dal maestro Cilia

L’occasione è stata offerta dalle celebrazioni della 26° giornata mondiale del malato: nella sede della direzione generale, in piazza Igea, il maestro Franco Cilia  ha donato all’Asp una sua splendida e toccante opera “L’Immacolata” che sarà destinata alla cappella del nuovo ospedale di Ragusa “Giovanni Paolo II” (con l’auspicio che venga al più presto reso fruibile da parte dell’intera collettività che lo aspetta da gran tempo ).

È intervenuto alla cerimonia il direttore amministrativo, Salvatore Lombardo. Padre Giorgio Occhipinti, cappellano dell’ospedale Civile, che ha dedicato l’immagine del dipinto alla giornata del malato, ha benedetto l’opera.

Il maestro Cilia non è alla sua prima donazione. Ha già donato infatti un quadro alla cappella dell’ospedale Civile che raffigura “Gesù” in croce, e ha composto altre mirabili opere a carattere sacro – tutte donazioni – che si possono ammirare nella cattedrale di San Giovanni Battista a Ragusa ed in tanti altri significativi luoghi, tra cui a Clermont ( Francia) nella cattedrale di Saint-Samson, poi ancora nella chiesa di San Paolo a  Ragusa, nella chiesa di San Antonio da Padova a Modica, ed infine nel museo della Cattedrale e nella biblioteca vescovile sempre a Ragusa.

Il professore Andrea Guastella – dotto critico d’arte – ha scritto una bellissima didascalia dedicata all “l’Immacolata” di Franco Cilia, dove tra l’altro si legge: «… nessuno, neanche il più misero degli uomini che approda in questo luogo di guarigione ma soprattutto di dolore, è una monade chiusa in se stessa. Come i pianeti che si abbracciano sullo sfondo del dipinto, non siamo fatti per disperderci nel vuoto. Viviamo per risplendere di luce e di splendore. La Madre ci guarda. Cos’altro possiamo desiderare? Franco, l’autore, conosce bene quello sguardo. Lo ha sentito posarsi sul suo capo dopo la morte del figlio Gianluca. Perciò ha pensato, riconoscente, di donarcelo impresso sulla tela. Era suo, ma anche nostro: nessuno è solo. E della nostra gratitudine, come la Madre delle lodi degli angeli ai piedi della pala, di certo si rallegra».

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