Vita Cristiana

Pubblicato il 13 Marzo 2018 | di Agenzia Sir

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Papa Francesco e l’alba di una nuova Chiesa universale

Sono forse i cinque anni più intensi che la Chiesa abbia mai vissuto, tanti gli anni da quando il 13 marzo 2013 all’unisono abbiamo gridato “Ecco il nuovo Papa, la Chiesa universale cattolica ha il suo nuovo Pastore. È stato scelto in una terra ai limiti del mondo”. E’ Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, argentino. arcivescovo di Buenos Aires, vuole chiamarsi Francesco. L’annuncio e’ stato dato dal Protodiacono Jean-Louis Tauran. E’ stato eletto al quinto turno di votazione dai 115 cardinali riuniti nella Cappella Sistina. E’ il 266esimo successore di Pietro e subentra a Benedetto XVI che ha rinunciato al Pontificato il 28 febbraio di quell’anno 2013.

La fumata bianca dal comignolo e’ arrivata alle 19,06.
Piazza San Pietro è gremita fino all’inverosimile nonostante la pioggia, adesso la fumata è bianca dopo le precedenti nere, l’esultanza dei fedeli rasenta il parossismo, nella piazza decine di migliaia di ombrelli coprono l’immensa fiumana umana, si aspetta il nome del nuovo Papa, uno dei 115 cardinali elettori chiusi fino a poco fa nella Cappella Sistina per il Conclave, sul sagrato la banda musicale della Città del Vaticano e le rappresentanze dei Corpi militari italiani, ore 20,14 , è il Cardinale Protodiacono Jean-Louis Tauran ad affacciarsi dal balcone della loggia centrale della Basilica di San Pietro , pronuncia le storiche parole in latino, “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum dominum Jorge Mario Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Bergoglio qui sibi nomen imposuit…Francesco”…è il 266.mo successore di Pietro.

Il suo predecessore dimissionario è Benedetto XVI, nato Joseph Aloisius Ratzinger oggi è papa emerito della Chiesa cattolica. È stato vescovo di Roma e 265º papa della Chiesa cattolica nonché sommo pontefice della Chiesa universale, sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d’Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice, dal 19 aprile 2005 al 28 febbraio 2013. È stato il settimo pontefice tedesco nella storia della Chiesa cattolica, il sesto fu papa Stefano IX.

Emblematiche e commoventi le prime parole pronunciate quella sera dalla loggia della Basilica di San Pietro davanti alla fiumana dei fedeli racconti nella piazza…” … i fratelli cardinali sono andati a prendere il nuovo Papa quasi dalla fine del mondo…” e poi alla fine quell’umile “ non dimenticate di pregare per me” , parole che da allora sigillano i discorsi che tutte le volte rivolge ai fedeli all’Angelus.

Francesco, tra le tantissime altre cose, ci piace ricordarlo come il Papa della speranza: “Per favore non lasciatevi rubare la speranza!”. È stato questo il grido che nell’omelia di quella messa della Domenica delle Palme ha lanciato forte denunciando del rischio che nel mondo di oggi si ceda allo scoraggiamento. “In questo momento – ha detto ai 250 mila fedeli presenti – viene il diavolo mascherato da angelo e tante volte insidiosamente ci dice la sua parola. Non ascoltiamolo, seguiamo Gesù”. Ma è anche il Papa dei poveri, retaggio che ha portato con se quanto nella sua Argentina veniva chiamato “ Il cardinale dei poveri” perché non ha mai cessato di denunciare la condizione dei poveri in quella terra.

Per ultimo vogliamo citare uno stralcio delle parole pronunciate ai fedeli durante l’ultima udienza incentrate sui richiami a fare della vita un dono d’amore e a rendere grazie, sempre: “Nessuno è dimenticato durante la Preghiera eucaristica. La Messa non si paga. Se vuoi fare un’offerta, falla”. Francesco ha sfrondato la figura del Papa da tutti quegli “orpelli” esteriori esistenti fino ad allora ribadendo il principio della umiltà e della povertà, e ne sanno qualcosa i centinaia di migliaia di diseredati, di anziani, di bambini incontrati duranti i suoi viaggi per i quali continua ad essere un faro di riferimento insostituibile.

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