Vita Cristiana

Pubblicato il 30 Settembre 2018 | di Mario Cascone

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Quale pastorale nelle parrocchie

In una sua pubblicazione, emblematicamente intitolata “Le cinque piaghe della parrocchia italiana”, don Antonio Fallico mette in luce che l’azione pastorale di tante nostre comunità ecclesiali rischia di essere improduttiva, soprattutto perché esiste una palese difficoltà ad immergersi nelle problematiche di vita del territorio. La nostra è una pastorale ancora molto cultualistica, devozionistica, legata a certi momenti ritualistici che non sono in grado, da soli, di formare una mentalità di fede. La parrocchia viene vista a volte come un monumento artisticamente bello, ma avulso dal vissuto della gente, oppure come una sorta di “supermarket del sacro” dove si vanno a comprare certe prestazioni sacramentali, in una logica per la quale ad ogni prestazione corrisponde un adeguato compenso.

Si soffre nel constatare che in tanti casi le parrocchie appaiono come comunità chiuse, in stato di difesa, incapaci di misurarsi con le sfide della cultura attuale; parrocchie dedite a curare i pochi che vengono nel tempio, mentre trascurano i molti che vivono nel territorio. Quante volte la nostra azione pastorale sembra stanca, scontata, ripetitiva, in grado di amministrare solo l’esistente, senza slancio alcuno di creatività…. Un’azione sterile, che non sa leggere i segni dei tempi, detesta i piani pastorali, sconosce anche solo un minimo di programmazione; una pastorale occasionale, fresca di giornata, eppure ogni giorno sempre uguale, impostata sul sacrosanto principio del  “si è fatto sempre così” o secondo la miope impressione di un mondo che è ancora cristiano.

Messo il dito nella piaga, anzi nelle piaghe, bisogna poi avere la capacità di proporre anche delle terapie. Senza la pretesa di avere una bacchetta magica, è facile intuire che alcune piste vadano coraggiosamente percorse. Le elenchiamo schematicamente:

1) “Uscire fuori dal tempio”, per usare ancora un’espressione di don Fallico: ossia essere la Chiesa che sa camminare tra la gente, assumendone “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce”. La parrocchia è la Chiesa che vive tra le case dei suoi figli. Essa non è solo il tempio, ma l’intero quartiere, con tutto l’insieme dei problemi che in esso albergano.

2) Annunciare in modi adeguati che Cristo è Risorto, è Vivo! Ciò va fatto prima della catechesi, come primo nucleo essenziale della fede, che va conosciuto in modo esperienziale, e non puramente dottrinale.

3) Coinvolgere a pieno titolo i laici nella missione della Chiesa, nella consapevolezza che il clero non ha la sintesi di tutti i ministeri, ma il ministero della sintesi.

4) Agire in comunione, mettendo i propri carismi al servizio di un unico progetto pastorale, superando quindi le tentazioni dell’individualismo, del protagonismo e del settarismo. Ciò vale sia per i singoli operatori pastorali, sia per i Movimenti all’interno della Chiesa.

5) Modificare i linguaggi, cercando le maniere più opportune per dire Dio all’uomo d’oggi, sia nella liturgia che nella catechesi.

6) Formare gli operatori pastorali, a cominciare dai presbiteri, sia sul piano teologico che su quello pastorale e spirituale, facendo conoscere in modo particolare l’ecclesiologia di comunione del Concilio Vaticano II.

Con questi accorgimenti si potrà piano piano approdare ad un’azione pastorale efficace, capace di comunicare all’uomo del nostro tempo la salvezza cristiana. E’ chiaro che il motore di ogni attività pastorale rimane sempre la grazia dello Spirito Santo, senza la quale tutto rischierebbe di ridursi a “tecnica” inefficace, ma è altrettanto chiaro che noi dobbiamo fare tutto come se dipendesse da noi, ben sapendo che dipende da Dio. In altri termini abbiamo il dovere di porre in atto ogni sforzo umano per consentire al Signore di entrare nel cuore dell’uomo.

 

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Autore

Sacerdote dal 1981, attualmente Parroco della Chiesa S. Cuore di Gesù a Vittoria, docente di Teologia Morale allo studio Teologico "San Paolo" di Catania e all'Istituto Teologico Ibleo "S. Giovanni Battista" di Ragusa, autore di numerose pubblicazioni e direttore responsabile di "insieme".



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