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Pubblicato il 24 Ottobre 2018 | di Alessandro Bongiorno

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Il “Giovanni Paolo II” è ora realtà: 220 posti letto nel nuovo ospedale

“In una città un posto ci deve essere per tutti: un posto per pregare (la chiesa), un posto per amare (la casa), un posto per lavorare (l’officina), un posto per imparare (la scuola), un posto per guarire (l’ospedale).” Così disse Giorgio La Pira nel giorno in cui si insediò come sindaco di Firenze.

Parole che tornano alla mente nel momento in cui a Ragusa diviene finalmente operativo il nuovo ospedale che è stato intitolato a Giovanni Paolo II, il Papa che non ha saputo vivere con dignità anche i difficili momenti della sofferenza e della malattia.

Il Giovanni Paolo II sorge in contrada Puntarazzi, vicino ai ruderi del mai completato ospedale psichiatrico. Per realizzarlo ci sono voluti tredici anni nel corso dei quali non sono mancati ostacoli di ogni genere. Alla fine, il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha potuto inaugurare un’opera per la quale in tanti si sono spesi.

Il nuovo ospedale. Accoglierà i reparti sinora ospitati al “Civile” (Pronto soccorso, Rianimazione, Medicina, Chirurgia Generale, Ortopedia, Urologia), più alcuni reparti sinora al ‘‘Paternò Arezzo” di Ibla (Cardiologia con la Terapia intensiva coronarica e Emodinamica, Ostetricia e Ginecologia, Neonatologia con Terapia intensiva, Pediatria). In contrada Puntarazzi anche Radiologia, Patologia clinica, Farmacia, le direzioni sanitaria e amministrativa, e la Medicina Nucleare). In totale si tratta di 220 posti letto. Il trasferimento avverrà in modo graduale e sarà completato – così è stato assicurato – entro la fine del mese di novembre. Per un periodo transitorio, e in attesa del completamento del trasloco, saranno attivi due pronto soccorso (uno al “Civile” e uno al “Giovanni Paolo II”). Il nuovo ospedale è dotato anche di una base per l’atterraggio e il decollo dell’elisoccorso.

I locali e la tecnologia. I locali del “Giovanni Paolo II” sono ampi e luminosi. Le camere dotate di tutti gli accorgimenti necessari a rendere meno problematica possibile la degenza in ospedale. Per quanto riguarda la tecnologia, il nuovo ospedale può contare su dotazioni (Risonanza magnetica, due Tac, due angiografi, Terapia intensiva) di ultima generazione. A livello logistico la Rianimazione è posta in locali attigui al Pronto soccorso. Rispetto alla situazione attuale, importante anche che Pronto soccorso, Cardiologia e Rianimazione siano nella stessa struttura.

Cosa resta a Ibla. L’ospedale di Ibla non chiuderà e continuerà a ospitare il Polo oncologico, la Riabilitazione, Oculistica, Otorino, Medicina legale e, almeno temporaneamente, Malattie infettive (nell’ala oggi occupata da Pediatria).

Che fine farà il “Civile”. Nell’edificio del “Civile”, dopo un intervento di adeguamento strutturale, dovrebbero andare gli uffici sanitari, la guardia medica e gli ambulatori che oggi sono sparsi per la città e in locali, peraltro, in affitto (i risparmi potrebbero essere reinvestiti in servizi sanitari per i cittadini). Ci sarà anche un Presidio di primo intervento (una sorta di guardia medica aperta 24 ore su 24) che verrà incontro a chi ha difficoltà a raggiungere l’ospedale e che si spera possa allentare la pressione sul pronto soccorso. C’è anche un accordo per destinare un’ala ad alloggio dei Carabinieri della vicina caserma.

I vantaggi. Avere quasi tutti i reparti concentrati nello stesso edificio razionalizzerà, almeno a livello logistico, il lavoro dei medici e del personale e migliorerà l’assistenza per i pazienti. Il “Giovanni Paolo II”, destinato a diventare presidio ospedaliero di riferimento di primo livello, e cioè al servizio non solo della città di Ragusa, è tra l’altro facilmente raggiungibile da ogni centro della provincia (senza dover entrare nel traffico urbano) e per chi vi si deve recare c’è anche a disposizione un ampio parcheggio.

I problemi. L’ospedale sorge in una zona periferica e il trasporto pubblico a Ragusa è inadeguato. Occorrerà ricalibrare le corse degli autobus dal centro e dalla stazione dei pullman verso Puntarazzi, istituendo magari delle corse taxi a prezzi calmierati e concordati. Si spera, poi, nell’attivazione della metropolitana, visto che una delle fermate è prevista proprio in prossimità dell’ospedale, con i binari della ferrovia che passano ad appena qualche decina di metri dall’ingresso. Da migliorare anche l’accesso di contrada Bruscè (sinora privo di illuminazione e con il bivio sempre oscurato da cespugli) che dalla statale consente di raggiungere in modo agevole l’ospedale.

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Autore

Giornalista, redattore della Gazzetta del Sud e condirettore di Insieme. Già presidente del gruppo Fuci di Ragusa, è laureato in Scienze politiche.



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