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Pubblicato il 17 Gennaio 2019 | di Redazione

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La pace dei ragazzi di Azione Cattolica

Servizio, rispetto delle regole, gioia

Ogni tanto mi diverto a chiedere cos’è la pace?  E non mi stupisco più delle risposte, ognuno la intende come vuole. In effetti la pace non ha mai potuto godere di una chiara definizione positiva. È sempre stata definita in modo negativo, come assenza di guerra, come non violenza e, per questo, continua ad essere un concetto “debole”, generico e confuso che consente gravi strumentalizzazioni.
C’è chi definisce la pace come ordine sociale e internazionale nel quale tutti gli esseri umani possono godere di tutti i diritti umani; c’è chi la definisce come frutto maturo della giustizia e del pieno rispetto dei diritti umani. Insomma per farla breve la pace pare sia un valore, un diritto, un obiettivo e perfino una condizione.

Ma è soltanto questo la pace? Ogni giorno sentiamo frasi del tipo: “Desidero la pace nel mondo”,  “Fermiamoci per la pace”, “La carovana della pace”; perché ogni iniziativa è rivolta alla pace? Perché anche Papa Francesco non smette mai di parlare della Pace? Ho sentito parlare di una festa della Pace, incuriosita ho indagato e chiesto cosa fosse! Ho conosciuto i ragazzi dell’Azione Cattolica che mi hanno parlato di una festa che mette insieme, la gioia della compagnia, la ricchezza della diversità, la novità della condivisione, la bellezza del servizio.

Elementi ancora troppo generici per comprendere meglio la pace. Ho insistito un po’ ed ho scoperto che in questa festa ci si diverte rispettando le regole del gioco, superando le fatiche di una marcia, creando gruppo con altre persone, talvolta sconosciute, saltando, cantando e alzando lo sguardo perché c’è sempre un palloncino colorato lì pronto a regalarti un sorriso e il buon umore. Ho scoperto che non si inizia mai senza il segno della croce e non si conclude mai senza uno scambio di saluti. Ho scoperto che questa festa piace perché unisce ragazzi di tante zone e paesi, unisce genitori, fratelli e deve essere parecchio importante perché il vescovo non se ne perde una e persino il Papa ne parla. Mi raccontavano che contano i giorni che ci sono al 17 febbraio, giorno in cui si celebrerà la festa della Pace, e di come si stanno preparando a viverla. Perché la pace – almeno questa, la pace dei ragazzi – non è la gioia del momento, ma è un cammino di preparazione, durante il quale si vivono diverse tappe dove ci si ricarica per poter continuare.

Questa pace deve proprio essere importante, quasi si fa fatica a viverne senza. Deve essere di sicuro qualcosa da mangiare, magari un pezzo di pane. In effetti se penso al pane ritrovo il servizio, il rispetto delle regole, la diversità dei tipi, la capacità di adattarsi ad ogni condimento, la gioia di poterlo mangiare in compagnia. Grazie a questi ragazzi ho capito cos’è la Pace! In attesa di questo 17 febbraio, invito qualche amico, predo il pane, lo condisco per bene e a tutti voi. La Pace è servita!

Raffaella Refano

 

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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