Vita Cristiana

Pubblicato il 29 Marzo 2019 | di Redazione

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“Dolore e relazione. Un sostegno reciproco”

I percorsi di elaborazione dei gravi lutti si terranno nell’ auditorium della Parrocchia San Giuseppe Artigiano il 14 aprile.

Dolore e relazione. Un sostegno reciproco” è  l’incontro, aperto a tutti, che si terrà in programma domenica 14 aprile alle ore 17:00 nell’auditorium della Parrocchia San Giuseppe Artigiano a Ragusa. La riflessione sarà condotta da un maestro dell’avere a cuore: padre Giovanni Salonia, sacerdote, frate cappuccino, psicoterapeuta e direttore della scuola di specializzazione in psicoterapia della Gestalt GTK.

Quando si fa l’esperienza della scomparsa di una persona cara è come se qualcosa si fosse rotto. Per risanare la ferita occorre molta disponibilità umana e spirituale al fine di elaborare positivamente il cordoglio. Un ruolo molto importante occupa in questo la comunità. La perdita di una persona cara, presto o tardi, tocca la vita di ognuno e nessuno è vaccinato umanamente e spiritualmente contro la sofferenza. Il dolore che si prova dinanzi alla morte di una persona cara è il prezzo che si paga per il proprio amore. Amare qualcuno significa accettare che, lentamente o improvvisamente, giungerà il momento del distacco.

“Quando avviene la perdita di un figlio o di una figlia o per una malattia grave o improvvisamente per un incidente, un suicidio e non c’è tempo per dirsi addio, rimane il vuoto di una presenza – prosegue don Occhipinti – talvolta il rimorso per cose dette o non dette, fatte o non fatte. Con la loro dipartita muore qualcosa di sé e la vita non è più la stessa. Talvolta il ritorno alla propria casa acutizza il senso di vuoto e di nostalgia che si prova per l’assenza di volti, gesti o parole cui quella dimora ci aveva abituati. Guarire il cuore ferito richiede pazienza con se stessi, l’uso costruttivo del tempo e l’attivazione delle risorse umane e spirituali per elaborare positivamente il cordoglio”.

In un mondo in cui si cerca solo una felicità a basso costo, in cui si ha una visione fantasmaticamente rosea della vita, parlare di dolore è sempre arduo eppure doveroso, perché la sofferenza esiste e ci impone situazioni che, seppure non avremmo mai voluto affrontare, ci ritroviamo a vivere.

Peraltro, se “Abbandonare una famiglia quando una morte la ferisce sarebbe una mancanza di misericordia” – come ci ricorda Papa Francesco al n. 253 di Amoris Laetitia – è anche vero che ciò che sembra distruggerci tante volte è ciò che risana e che avere un dolore nel cuore non è solo motivo di sofferenza, ma anche il necessario avvio di percorsi a volte tortuosi e difficili in cui poter però sperimentare il calore vero che nasce da compagni di cammino che, spassionatamente e autenticamente, sanno accogliere la vita nel bello e nel brutto che essa riserva.

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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