Pubblicato il 9 Aprile 2019 | di Mario Cascone
0La Pasqua festa del nostro essere in volo verso l’immenso e l’eternità
Cristo, con il sacrificio della croce, trionfa sulla forza schiavizzante del peccato e noi siamo chiamati a fare nostra la resurrezione di Gesù con la libertà dello Spirito.
Nell’antichità cristiana circolava questa leggenda: c’erano una volta diverse centinaia di uccelli, che erano costretti a vivere in una situazione veramente paradossale per loro. Si trovavano infatti sotto un’enorme rete, stesa a pochi metri dal suolo. I poveri uccelli tendevano, ovviamente, a salire in alto, ma non potevano perché, ogni volta che tentavano si slanciarsi verso il cielo, andavano a sbattere inesorabilmente contro la rete. Ormai si erano rassegnati a vivere in quella specie di prigione e quindi a venir meno alla loro natura, che invece li spingeva a volare in alto. Un giorno però un uccello, più caparbio degli altri, uscì fuori dal mucchio e si slanciò fortemente contro la rete. Ne venne fuori con la testolina pesta e sanguinante, ma eroicamente non desistette dai suoi tentativi e altre volte volle schiantarsi contro la rete finché non riuscì ad aprire un varco, attraverso il quale egli poté passare e finalmente volare verso il cielo, sia pure col capo sanguinante. Immediatamente tutti gli altri uccelli lo seguirono attraverso quel buco che si era aperto e poterono volare nel cielo immenso.
Non è difficile comprendere il significato di questa parabola. Quest’uccello che ci ha aperto il passaggio verso la libertà è Cristo. Versando il suo sangue sulla Croce, Egli ci ha aperto il varco. Non siamo più nella prigione dei nostri vizi e dei nostri peccati, ma siamo in grado di slanciarci liberamente verso le grandi mete che egli stesso ci ha prospettato nel Vangelo. In questo modo realizziamo pienamente la nostra natura, che è fatta non per le cose mediocri, ma per le realtà più alte. «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra » (Col 3,1-2): così ci ammonisce San Paolo, ricordandoci appunto qual è la nostra vera vocazione.
La Pasqua è allora la festa del nostro essere, il trionfo della libertà, la possibilità permanente di guardare in alto, verso il cielo, che è la nostra vera patria. Cristo, col sacrificio della croce, trionfa sulla forza schiavizzante del peccato e ci apre il varco verso la libertà e l’eternità beata. E noi siamo chiamati a seguirlo su questa strada, proprio perché non siamo fatti per le cose mediocri, ma per le realtà più alte. Prendendo ogni giorno la nostra croce, per andare dietro di Lui, noi mortificheremo quella parte di noi che è ancora troppo legata alle passioni carnali e acquisteremo gradualmente verso la libertà dello Spirito che ci permetterà di fare nostra la resurrezione di Gesù.