Pubblicato il 8 Aprile 2019 | di Redazione
“#Ora tocca a te”: la gioiosa sfida ai cresimandi e cresimati della diocesi
Più di 1300 giovanissimi, insieme alle loro guide, parroci e catechisti, hanno partecipato ad una grande festa organizzata dall’Ufficio Catechistico Diocesano, sabato 6 Aprile presso il Palazama di Ragusa.
Un evento straordinario preparato con cura in ogni dettaglio dall’equipe dell’ufficio catechistico e coordinata da don Marco Diara, direttore del suddetto, perché ogni ragazzo potesse percepire quanta bellezza c’è nel mettere in pratica i doni dello Spirito Santo.
Dall’accoglienza, ai canti, ai video all’esibizione del giocoliere per, poi, concludere con un momento di riflessione e preghiera a cura del nostro vescovo, Mons. Carmelo Cuttitta a cui i ragazzi hanno posto interessanti domande.
Il vescovo ha, dunque, fatto memoria di quando ha ricevuto il Sacramento della Confermazione, all’età di 16 anni, a cui è seguita la chiamata alla vita sacerdotale. Il ricordo di Padre Puglisi, delle sue catechesi, ha indubbiamente inciso nella sua vita di bambino, ragazzo e poi sacerdote.
In merito alle paure, mons. Cuttitta ha ricordato “Dio e Gesù sono sempre con noi e, per questo è stato mandato lo Spirito Santo. Non bisogna avere paura”.
La maturità, infatti, è un dono del Paraclito e, per vivere bene la missione dell’essere cristiano bisogna essere pronti a mettersi in gioco, proprio come ha fatto, in maniera esemplificativa, il giocoliere che con pazienza ha preparato i suoi numeri, ha imparato dagli errori fino a giungere ad una perfetta performance.
“#Ora Tocca a Te”: è una chiamata, un monito, che ricorda che con la Cresima non si conclude il cammino cristiano, bensì riparte con una nuova grinta. Per questo motivo è stato consegnato a ciascuno dei ragazzi un braccialetto, non solo in ricordo dell’evento ma soprattutto perché non dimentichino la loro nuova missione.
La giovanissima pop band BlackOut, a fine dell’evento, ha allietato i giovanissimi proponendo magistralmente non solo dei brani in auge tra gli adolescenti ma soprattutto proponendo loro stessi come ragazzi che hanno un obiettivo e che si impegnano, ognuno secondo le proprie capacità e talenti, a condividere a passione per la musica.
“Dovete sempre avere un sogno” ha sottolineato il vescovo con entusiasmo.
Sognare significa, infatti, aprirsi alla speranza, al futuro. E quei 1300 giovani non sono altro che un germoglio, da coltivare con amore e pazienza, parlando loro con nuovi linguaggi, mostrando loro che essere cristiani significa essere in festa, sempre! Ora tocca…anche a noi!