Vita Cristiana

Pubblicato il 20 Settembre 2019 | di Redazione

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L’esempio della festa religiosa di San Francesco a Ragusa

Le feste religiose sono buona parte della vita pastorale diocesana. Sono occasioni privilegiate per la comunità e richiedono cura ed attenzione per la loro preparazione, spesso affidata ad un apposito comitato, guidato dal parroco. Abbiamo chiesto a don Nicola Iudica, parroco, appunto, della parrocchia San Francesco d’Assisi a Ragusa, di confidarci le “preoccupazioni del programma”.

Don Nicola, la festa di San Francesco d’Assisi è alle porte. Stilato il programma?

«La festa, come noi desideriamo intenderla, non è un momento episodico della vita parrocchiale, diverso, più frenetico o più animato rispetto agli altri momenti dell’anno liturgico. La nostra preparazione dura tutto l’anno e contemporaneamente è una sorta di piano pastorale parrocchiale che guida il cammino della comunità. Ogni avvenimento, infatti, è intrinsecamente religioso, sia esso la celebrazione eucaristica, il triduo di predicazione, la mostra, le conferenze, le serate di fraternità. Ogni evento contribuisce a rendere la festa significativa e coinvolgente sul piano spirituale. Perciò: sì, siamo pronti».

Ci illustri questi significati. Come vengono coniugati nel contesto della festa?

«È indubbio che essa ha gli irrinunciabili contenuti delle feste religiose, momento forte nello spirito nei quali far rifiorire la vita cristiana e sacramentale. A me piace, però, imperniare il programma della festa su due temi: la santità di Francesco d’Assisi e la comunità che lo celebra. Non può esserci festa senza considerare la vita di Francesco e il suo messaggio. Lo scorso anno, per esempio, lo abbiamo fatto con due conferenze molto partecipate; “San Francesco; un modello per l’arte, un esempio per la vita” e “Francesco d’Assisi; la vita di uno che in terra nulla volle per sé”. Ma anche la presentazione del libro di don Luigi Maria Epicoco “Sale, non miele. Per una Fede che brucia” è stata un’esortazione alla santità, Francesco proposto agli uomini di oggi. Quest’anno avremo dei momenti forti di catechesi: spiegheremo il crocifisso di San Damiano mentre fra’ Giovanni Salonia ci farà riflettere su “Francesco, parrocchia nel tempo di oggi” e “Francesco innamorato dell’Eucarestia”. Anche se questi momenti sono partecipati dall’intera cittadinanza, l’altra nostra attenzione pastorale è la comunità parrocchiale, in quanto la festa non è baccano, esaltazione, evasione ma è sempre momento di crescita nella fede di una comunità. Per questo ogni anno invito tutti, uno per uno, ad essere partecipi agli appuntamenti. Tutti siamo figli ed avendo in comune il Padre misericordioso, siamo comunità di fratelli. E se manca qualcuno la gioia della festa si impoverisce. In tale contesto si collocano le iniziative di carità a cui la comunità si educa: sia festa per tutti».

Lei guida una parrocchia del centro storico cittadino. Come interagisce con il territorio del quartiere?

«La festa è ovviamente anche momento di animazione del quartiere e della gente che lo abita. Direi momento di umanità. San Francesco, del resto, con la sua simpatia, gioia e cortesia fraterna, fu generatore e ispiratore di umanità. La sua forza attraente e suggestiva si manifestò nella capacità di tradurre la Parola del Signore in termini non solo teologici ma anche umani e sociali, vivendo il Vangelo simultaneamente in tutte le sue relazioni; verso Dio, verso gli uomini e verso gli esseri della creazione. La cura pastorale non si ferma al portone della chiesa né si coniuga solo in temi spirituali. Noi tentiamo di farlo con la processione esterna, con i momenti di intrattenimento, che vengono progettati con uguale intenzione pastorale. Allora capita che nei festeggiamenti vi sia una festa per i nonni organizzata dai ragazzi, oppure la proiezione di un documentario sul quartiere Cappuccini o, come quest’anno, una conferenza sull’architettura dello stesso. Preceduto da una conferenza sul presepe nella storia del cristianesimo, stiamo allestendo un’importante mostra di presepi nei locali del convento annesso alla chiesa. Con un chiaro intento ecclesiale e pastorale, tutte le attività hanno un’anima e nulla viene pensato e realizzato fuori dall’ombra di San Francesco, colui che ha imitato Gesù più di ogni altro uomo sulla terra».

 

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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