Vita Cristiana

Pubblicato il 16 Settembre 2019 | di Agenzia Sir

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Al via i festeggiamenti in onore di San Francesco

Sono iniziati domenica 15 settembre, per proseguire sino a domenica 6 ottobre, i solenni festeggiamenti in onore di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, programmati nella parrocchia di piazza Cappuccini a Ragusa, retta dal parroco Nicola Iudica. Anche quest’anno sono numerosi gli avvenimenti religiosi in programma per rendere queste celebrazioni ancora più significative e più coinvolgenti sul piano spirituale. E poi il 2019 assume un valore ancora più pregnante in considerazione del fatto che il 29 settembre sarà celebrato il 70° anniversario dell’erezione canonica della parrocchia.

Piazza Cappuccini, parrocchia San Francesco d’Assisi

Come da programma, nella chiesa situata nel centro storico di Ragusa superiore, l’avvio è stato dato dalla cerimonia della discesa del simulacro di San Francesco, alle 18.30 la celebrazione eucaristica è stata presieduta da don Gianni Mezzasalma, parroco della parrocchia San Giuseppe Artigiano di Ragusa. Martedì 17 settembre, poi, la celebrazione del giorno della festa dell’impressione delle stimmate. Alle 18 ci sarà la recita del Rosario e la coroncina a San Francesco d’Assisi mentre alle 18.30 sarà celebrata la santa messa presieduta da don Francesco Ottone, parroco di San Pio X a Ragusa. Alle 19.30 l’adorazione eucaristica con “Francesco stimmatizzato, il folle di Dio”, animata dalla comunità parrocchiale. «La nostra comunità in questo 2019 – dice il parroco, don Iudica – vive un momento di particolare grazia perché ricorre il 70° della erezione come parrocchia e questo deve spingerci a rivedere la nostra spiritualità sia individuale che comunitaria. In questo il poverello d’Assisi ci sprona, come fece lui al suo tempo, sottoponendosi a discernimenti periodici ed assumendo stili di vita sani e sobri. Quindi, attenzione al cuore, poiché cuore legato al Signore che si trasforma in mitezza e umiltà facendo scaturire un’esistenza riconciliata e sana. La festa parrocchiale (del serafino di Dio) è per tutti noi una opportunità necessaria, perché esprime la nostra somiglianza a Dio, che dopo avere completato la creazione, il settimo giorno riposò. Vivere la festa è il segno della nostra libertà di figli di Dio. I ritmi del sole e della luna scandiscono l’alternanza lavoro-riposo, chiamandoci a vivere i momenti gioiosi come affermazione della nostra dignità di persone, che mai deve essere sacrificata alla produttività. La festa, inoltre, è anticipazione della grande gioia finale, del cielo, della vita con Dio. Come possiamo dunque vivere senza festa, in continua tristezza? La festa è una finestra aperta sul cielo, rafforza la voglia di vivere, apre alla speranza, rafforza la nostra comunione. Festa che è anche condivisione».

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