Cultura arte

Pubblicato il 6 Novembre 2019 | di Redazione

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Guardare la Parola attraverso l’arte

La Bibbia ha assunto lungo i secoli il volto della bellezza dell’arte e, parallelamente, essa ha raggiunto gli uomini e le donne di questo mondo con una ricchezza di linguaggi, tra i quali quello artistico è certamente uno dei più alti e significativi.

L’ascolto della Parola può realizzarsi anche guardando delle immagini, così come dichiarava nell’870 il IV Concilio di Costantinopoli (VIII ecumenico): «Ciò che viene comunicato con le parole, l’immagine ce lo annuncia e ce lo consegna mediante i colori”» (can. 654), Gli eventi biblici (in particolare quelli che esprimevano con maggiore immediatezza un significato salvifico) hanno costituito per gli artisti un impulso straordinario per esprimere il loro talento, ed essi, con le loro opere, ci hanno anche contemporaneamente “attualizzato” le Scritture. Così, guardando un mosaico paleocristiano con la figura di Giona, o un’icona con la Trasfigurazione con i tre discepoli ai piedi di Gesù, o una formella romanica che narra le storie della Genesi, o una vetrata gotica col ciclo di Davide, o una scultura rinascimentale di Mosè, o un affresco del ‘600 con l’Adorazione dei pastori, o un dipinto moderno dedicato all’episodio di Emmaus, noi possiamo comprendere come il Signore continui a venire a noi, a rendersi meravigliosamente presente nella nostra storia.

Tutto ciò che fa è eternamente attuale: la Storia della Salvezza è anche rivelazione del nostro “oggi”. Giona, Pietro Giacomo e Giovanni, Adamo ed Eva, Davide, Mosè, i pastori e i discepoli di Emmaus, non ci sono estranei; li vediamo raffigurati del tutto simili a noi. Formano con noi il “popolo in cammino verso il Regno”. Pertanto, quando entriamo in relazione profonda con ciò che gli artisti hanno creato, noi possiamo entrare in dialogo non solo con loro, ma anche con il messaggio di salvezza che li ha raggiunti: è per questo che San Francesco poté “dialogare” col Crocifisso, attraverso l’immagine che un ignoto artista aveva dipinto sulla croce di San Damiano. E ciò che è accaduto in modo esemplare a San Francesco è successo ad innumerevoli cristiani del passato e succede ancora nel presente.

Le creazioni artistiche possono dunque rappresentare ancor oggi, per chi le sa accogliere, una sorgente benedetta di senso, di libertà e di fede! L’autentica opera d’arte sacra testimonierà sempre ciò che Dio ha fatto e continua a fare per incontrare l’uomo e ciò che l’uomo porta in sé, ciò a cui aspira, cosa lo supera. L’arte cristiana si mette dunque al servizio della fede e della spiritualità cercando di rendere visibile “Colui che era fin da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che noi abbiamo contemplato e quello che le nostre mani hanno toccato, il Verbo della vita”. Le arti figurative, lungo la storia della Chiesa, hanno sempre cercato di rendere visibile il mistero donandogli apparenza e trasfigurandolo in modo “bello”, con un linguaggio “gratuito”, e per ciò stesso particolarmente pertinente al Vangelo.

Giuseppe Antoci

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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