Pubblicato il 9 Dicembre 2019 | di Carmelo Cuttitta, Vescovo
0Messaggio di Avvento 2019 di S. E. Mons. Carmelo Cuttitta
«Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri» (Mc 1,3). Così Giovanni Battista ci esorta a preparare la strada al Signore che viene.
Se è necessario prepararsi è perché qualcosa che ci interpella sta per presentarsi. Solo chi ama veramente è sempre disposto a prendere l’iniziativa, a sacrificarsi e a fare tanta strada dall’alto dei cieli per rendersi Presenza al fianco dell’uomo. Il Dio eterno si fa compagno di viaggio dell’uomo che cerca ed attende che gli si sveli il senso della propria vita.
«L’uomo d’avvento – dice Padre David Maria Turoldo – è quello che ha sentieri nel cuore, percorsi dai passi di Dio, e che a sua volta si mette in cammino per scoprirTi nell’ultimo povero, ritrovarTi negli occhi di un bimbo, vederTi piangere le lacrime nostre, oppure sorridere come nessuno».
È così il Signore si inginocchia davanti a Maria, attraverso l’Arcangelo Gabriele, per chiederle ospitalità, collaborazione e quel servizio che solo chi ha tanto spazio nel proprio cuore può offrire. L’umiltà di Maria è la strada maestra e materna, e quindi sicura, che l’uomo deve per-correre per incontrare Dio. Ma è anche la strada dritta e capace di accogliere i passi che il Creatore compie verso l’umanità di chi sa dire Fiat Voluntas Tua. In Maria troviamo, quindi, l’incontro tra il cammino di Dio verso l’uomo, e il percorso dell’uomo verso la strada che porta alla Salvezza. Ed è così che nella kenosi di Dio, passando dall’umiltà di Maria, l’uomo trova la Via per essere innalzato
Durante il tempo di Avvento, all’iniziativa divina di andare incontro all’uomo deve corrispondere la disponibilità dell’uomo di alzare lo sguardo e guardare la stella d’Oriente; solo guardando il Cielo, ci si può orientare sulla terra. Solo guardando a Dio l’uomo può trovare sé stesso e riconoscere gli altri. Come i magi, allora, dobbiamo percorrere la strada che porta all’Onnipotente che si fa presente in quel Bambino. Il pianto di quella notte, infatti, ci dice Io Sono qui; prenditi cura di me. In questo tempo di grazia Dio desidera che l’uomo impari a prendersi cura di Lui. Come tutti i bambini è esigente e chiede dedizione totale. Il tempo di chi si prende cura dell’Altro non lo si può possedere ma lo si dona gratuitamente e totalmente. Non lasciamo che il grido del bambino si perda nel deserto dei nostri egoismi. Risuoni il pianto di quel bambino nella nostra mente e nel nostro cuore, affinché possiamo essere svegliati dal sonno che non ci fa credere, pregare e vivere orientati verso l’(A)altro. Il pianto di quel Bambino ci ricordi, quindi, il comandamento dell’Amore: amare Dio, che si fa prossimo a me, e amare il prossimo, attraverso cui mi avvicino a Dio.
L’Ora dell’Avvento, così, ci porta dritti all’Ora decisiva dell’Incarnazione in cui avviene il mirabile scambio. L’immanente incontra il Trascendente, il Cielo abbraccia la terra, il tempo bacia l’Eternità, la Vergine partorisce, la Grazia avvolge il peccatore, Colui che scende dalle stelle rende gli uomini stelle del firmamento.
L’Avvento è il tempo straordinario della Chiesa pellegrina sulla terra. È il tempo in cui le tenebre iniziano a diradarsi in quanto il Sole di Giustizia sta sorgendo. È il già e il non ancora dei tempi ultimi quando Cristo sarà tutto in tutti!
Maranatha, Signore Gesù
Buon cammino di Avvento