Vita Cristiana

Pubblicato il 2 Gennaio 2020 | di Redazione

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La “luce di Betlemme” nella Parrocchia di Giarratana

Giarratana ed il presepe vivente che attira ogni anno migliaia di visitatori. Felice intuizione di don Giovanni Mandarà, nel lontano 1986, che volle in un certo modo valorizzare quel quartiere che via via si andava spopolando: “u cuozzu” nucleo storico dell’abitato nella ricostruzione avvenuta dopo il sisma del 1693. Con il passare degli anni il presepe è diventato sempre più importante riuscendo ad imporsi come uno dei  più belli d’Italia.

Quest’anno però è nella Chiesa Madre che molti giarratanesi si sono recati , prima ancora del Presepe. Un lento fluire di uomini, donne, piccoli e anziani che in semplicità sono andati ai piedi del Bambino Gesù per attingere da una lampada che splende ininterrottamente ai suoi piedi. Una lampada che arrivata la sera della IV domenica di Avvento rimarrà accesa fino alla solennità dell’Epifania. Si tratta della “luce della Pace di Betlemme”. La sua origine è nella Chiesa della Natività a Betlemme dove arde da molti secoli, alimentata dall’olio donato a turno dalle Nazioni Cristiane. Nel mese di dicembre da quella lampada vengono accese altre lampade che raggiungono altri Paesi, altri popoli, tra cui l’Italia. Tramite gli Scout, la “luce di Betlemme” è così arrivata nel piccolo centro montano portata dai giovani del Gruppo Scout A.S.C.I. Palazzolo 1, gruppo facente parte dell’Associazione Scouts Cattolici Italiani (A.S.C.I. – Esploratori e Guide d’Italia). Un dono, un segno, un tempo di grazia. “La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta “ (Gv. 1,5). Si , in un mondo privato della speranza, fiaccato dal nichilismo e dall’individualismo esasperato, la fioca luce di questa lampada  viene a ricordarci  che Gesù ha vinto il mondo, che Gesù è la  sola “luce vera , quella che illumina ogni uomo” (Gv. 1,9) Solo per mezzo di Lui i cuori possono tornare a scaldarsi, a dare speranza, a rinsaldarsi i rapporti , a curare ferite prodotte da incomprensioni, a ricucire le lacerazioni del tessuto sociale. “Se camminiamo, come egli è luce , siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato ” (Prima lettera di Giovanni).

Dicevamo del lento fluire in questi giorni di tante persone che hanno voluto attingere a questa lampada portandola nelle loro abitazioni, accendendola nel presepe, o tenendola in un posto privilegiato o addirittura mettendola al centro della tavola nel pranzo di Natale, o a chi l’ha voluto esporre fuori perché facesse luce e fosse segno per chi in queste feste  non ha posto per la gioia ma vive nella tristezza. Per tutti questi il Bambino di Betlemme rivolge agli uomini e alle donne : “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi ed io vi ristorerò” (Matt. 11,28).

La lampada accesa nella Chiesa Madre di Giarratana è arrivata in un momento particolare. Il 13 dicembre scorso, infatti, il forte vento ha creato danni alla Chiesa andando a distruggere la bella vetrata che raffigurava la scena dell’Annunciazione realizzata nel 1972. Se in primo momento Incredulità e impotenza insieme hanno pervaso la Comunità  dinanzi alle forze della natura, nelle giornate successive forte è stato il sentire di realizzare un opera  conforme alla precedente. Ancora più i cuori di tutti hanno voluto stringersi in preghiera sotto lo sguardo della Vergine Annunziata, titolare della Parrocchia con S. Giuseppe,  colei che concepì nel suo grembo la Luce  in maniera che ciò che era “visibile solo al cuore  diventasse visibile anche agli occhi  e risanasse i cuori” (S Agostino).

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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