Politica

Pubblicato il 3 Febbraio 2020 | di Redazione

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Preparare con cura le fondamenta morali di una Vittoria che chiuda con il passato

«L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà:
se ce n’è uno è quello che è già qui,
l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti:
accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e approfondimento continui:
cercare e saper riconoscere chi e che cosa,
in mezzo all’inferno,
non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».

Così scriveva Italo Calvino nel 1972, ne “Le città invisibili”. Un’opera, se ci pensiamo, che ci riporta a quanto sta ultimamente vivendo la città di Vittoria. Una città importante, con alle spalle una storia edificante di intraprendenza, di coraggio, di laboriosità, i cui organi sono però stati sciolti dallo Stato per condizionamento mafioso. Una città, dunque, chiamata a rinascere, a riappropriarsi delle proprie radici, evitando due tentazioni, che in questi ultimi mesi sovente ritornano nel dibattito cittadino: quella del giustificazionismo ad oltranza, e quella delle generalizzazioni indebite.

Se gli organi della città sono stati sciolti, non è stato certo per una sorta di complotto, ma per responsabilità precise, che sono state ritenute tali anche dalla magistratura. Ma che, per l’appunto, sono individuali. Il commissariamento, quindi, non è affatto una sanzione per la città come qualcuno vorrebbe, ma una garanzia di legalità, fermo restando l’auspicio che al più presto la parola sia restituita agli elettori.

Un appuntamento, quest’ultimo, che chiama in causa la coscienza di tutti i cittadini e, in special modo, della Chiesa e dei credenti. Ai quali spetta, insieme a tutte le componenti vive della città, mondi dell’istruzione e dell’impresa in primis, preparare con cura le fondamenta morali di un governo della città che marchi una discontinuità rispetto ai comportamenti del passato che hanno condotto allo scioglimento, a partire dall’intransigenza nei confronti di ogni contiguità illecita e dal contrasto ai poteri criminali, presenti anche nella città di Vittoria, che rappresentano una intollerabile ipoteca sul vivere civile e sul suo sviluppo.

Nessuno, insomma, può e deve tirarsi indietro dal dare un contributo di pensiero e di operosità. Rifiutarsi di farlo, anche attraverso deleghe in bianco a qualche professionista della politica, sarebbe una imperdonabile omissione che ricadrebbe sulle nostre coscienze e potrebbe condannare la città e le generazioni che verranno ad un ulteriore degrado ed isolamento.

Piero Gurrieri
Avvocato, Giornalista

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Autore

"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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