Vita Cristiana

Pubblicato il 22 Gennaio 2020 | di Agenzia Sir

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Giornata per la Vita anno 42°

La Giornata per la vita si terrà nei giorni uno e due febbraio nel capoluogo e nei comuni della diocesi. L’appuntamento è promosso, sotto la supervisione della diocesi, in collaborazione tra l’ufficio per la Pastorale della salute, l’ufficio per la Pastorale della Famiglia, l’ufficio per l’insegnamento della religione cattolica, la consulta diocesana aggregazioni laicali e il Centro di aiuto alla vita.

“Aprite le porte alla vita” è lo slogan che caratterizzerà la manifestazione che sarà aperta sabato 1 febbraio con l’attività di pubblica sensibilizzazione ai tempi della difesa della vita a cura dei volontari del Cav. In particolare il primo giorno alle 10, all’ospedale Giovanni Paolo II, nei reparti di Ostetricia e Ginecologia, è in programma l’offerta delle primule a sostegno delle donne in gravidanza e sarà reso noto il contenuto del messaggio dei vescovi sul tema in questione. Per domenica 2 febbraio, invece, è fissata la visita del vescovo di Ragusa, mons. Carmelo Cuttitta, ai neonati e alle mamme. Alle 9,30 l’iniziativa si terrà al Giovanni Paolo II, alle 11 all’ospedale Guzzardi di Vittoria. Qui, inoltre, l’iniziativa sarà preceduta alle 8 dalla santa messa per i neonati e le loro famiglie mentre a Ragusa, nel reparto di Ostetricia del Giovanni Paolo II, la santa messa per i neonati e le loro famiglie si terrà alle 10. Inoltre, nelle parrocchie della diocesi, è in programma la santa messa per i nati dell’anno.

L’iniziativa sarà avviata in collaborazione con l’Asp di Ragusa, l’ufficio scolastico regionale per la Sicilia dell’Ambito territoriale di Ragusa e con l’Ordine dei medici e degli odontoiatri dell’area iblea. “La vita – dice il direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, don Giorgio Occhipinti – va difesa all’inizio, durante e alla fine. Nasce da qui, come dice il messaggio dei vescovi, l’impegno di custodire e proteggere la vita umana dall’inizio fino al suo naturale termine e di combattere ogni forma di violazione della dignità, anche quando è in gioco la tecnologia o l’economia. La cura del corpo, in questo modo, non cade nell’idolatria o nel ripiegamento su noi stessi, ma diventa la porta che ci apre a uno sguardo rinnovato sul mondo intero: i rapporti con gli altri e il creato”.

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