Società

Pubblicato il 1 Marzo 2020 | di Orazio Rizzo

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Vittoria, una comunità da rigenerare ripartendo da valori, persone e idee

«Il lutto sta per finire, ma occorre che ciascuno faccia la sua parte. Bisogna interrogarsi e mettersi in gioco, perché la risposta ai bisogni della città non può essere il “tacere”. Io ci sto, come sempre!». Esordisce così don Beniamino Sacco introducendo la Conferenza organizzata il 24 gennaio 2020 dalla fondazione “Il Buon Samaritano”, di cui lo stesso è presidente. Un percorso culturale, lo aveva definito don Sacco, volto a risvegliare le coscienze sopite, con l’unico obbiettivo di dare delle risposte al territorio, alla città, ai suoi tanti bisogni, per interrogarsi e trovare delle risposte comuni, per far circolare le idee, perché – dice don Beniamino – sono «le idee che animano e muovono il mondo».

La sala delle Capriate strapiena ha dimostrato, ancora una volta, la sensibilità del popolo vittoriese a questi argomenti, la voglia di reagire e rialzarsi, come in passato, e di dare risposte ai grandi interrogativi che attanagliano la città da anni.

Relatore del tema: “La città, i valori. le persone, le idee”, il magistrato vittoriese Bruno Giordano, che è riuscito a scattare una istantanea della situazione sociale politica, economica della città, dei suoi problemi e delle sue criticità. Una fotografia reale non solo sulla crisi politico-amministrativa, ma anche e soprattutto culturale, non alterata o falsata da “filtri”, di cui il magistrato ha ridisegnato i nitidi contorni, insistendo – in accordo con don Beniamino – sulla necessità di un percorso mirato alla riflessione comune che stimoli ed incentivi e l’azione.

«Vittoria – commenta il magistrato – è un centro operoso che potrebbe trasformare le propria potenzialità in ricchezza culturale, in innovazione tecnologica, urbanistica e turistica. Occorre intraprendere la strada di un nuovo percorso economico virtuoso, di una politica economica rinnovata, che le consentirebbe di non perdere l’occasione di un importante ruolo internazionale, di diventare città ponte versi i Paesi del bacino mediterraneo, grazie anche alla sua favorita posizione geografica».

Un’analisi lucida, a tratti impietosa, ma sincera.

Un percorso che non può non tenere conto delle idee, delle persone, dai giovani costretti ad una “emigrazione forzata”, del ceto medio e professionale, scomparso del tutto dalla vita sociale, culturale, politica e amministrativa. «Le idee – continua Giordano – hanno bisogno di essere veicolate, trasportate, condivise. Sono il sale dell’innovazione, del cambiamento; esse generano cultura economica e sociale».

Sul tema dei valori, il magistrato non ha dubbi: a Vittoria si è smarrito il senso della solidarietà, dell’accoglienza, della generosità, a vantaggio di uno sfrenato personalismo che ha come conseguenza la chiusura ad ogni forma di condivisione e di progetto comune.

L’incontro segna la prima tappa di un percorso programmato e programmatico, per dare vita, dice don Sacco, «ad una cordata, senza fini di parte e personali, ma unicamente progettata per il bene comune».

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