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Pubblicato il 19 Marzo 2020 | di Redazione

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«Il nostro territorio si conferma bello e solidale»

L’emergenza legata alla diffusione del COVID-19 oltre che sanitaria, sta diventando sempre più sociale. Colpisce soprattutto chi già viveva condizioni di difficoltà o di fragilità, creando nuove situazioni di povertà. Accanto al lavoro encomiabile di medici e infermieri, le Caritas diocesane, grazie all’inesausto impegno dei propri operatori, non cessano di garantire i propri servizi rimodulandoli alla situazione contingente, operando in condizioni via via più difficili sempre con le opportune precauzioni (distanze di sicurezza, disinfettanti, ingressi contingentati, ecc).

In questi giorni stiamo affrontando problematiche nuove che riguardano persone che fino a pochi giorni fa lavoravano in maniera precaria presso privati o pubblici esercizi e che oggi sono particolarmente colpite dalla sospensione delle attività, rimanendo senza un reddito. A causa di questo blocco registriamo un aumento dei bisogni primari, soprattutto per coloro che non hanno possibilità di lavoro continuative. L’emergenza, quindi, per queste famiglie non sarà momentanea, ma continuerà nel prossimo periodo col rischio di lasciare centinaia di persone indietro.

La nostra Caritas sostiene ogni anno circa 3.500 persone attraverso i centri di ascolto, mentre il Ristoro di San Francesco distribuisce una media di 100 pasti ad ogni apertura. Il Progetto Presidio  testimonia l’attenzione della diocesi per i lavoratori agricoli sfruttati, mentre i servizi dedicati all’abitare danno la sicurezza di una casa a circa 50 persone con disagio abitativo o addirittura senza dimora. Ancora sul versante dell’accoglienza, la Casa per donne sole “Io sono con te” di Comiso ha attualmente 8 ospiti tra donne e bambini. Facciamo tutto questo esclusivamente con fondi provenienti dall’otto per mille della diocesi o di Caritas italiana.

In questi giorni abbiamo dovuto sospendere qualche servizio, ma abbiamo contestualmente provveduto ad attivare lì dove possibile servizi domiciliari per la distribuzione di buoni spesa ed è a disposizione di tutti una linea telefonica (0932/646424), una mail (info@caritasragusa.it) e la pagina Facebook Caritas diocesana di Ragusa per rispondere alle emergenze. Abbiamo continuato a dare supporto alle persone senza dimora impossibilitate a seguire le direttive del Governo sull’isolamento e accogliendo alcune di esse presso i nostri alloggi e fornendo ad alcuni di esse il cellulare che consente di mantenere dei collegamenti a distanza o di segnalare eventuali complicazioni sanitarie.

Garantiamo gli accompagnamenti medici e per fare la spesa dei più fragili. Aiutiamo le famiglie con bambini in età scolare nella stampa dei compiti da fare a casa, fornendo pc o tablet là dove ne fossero sprovvisti o non adeguati per la didattica a distanza, garantendo le connessioni internet o wi fi.

Molte persone telefonano ai nostri uffici per segnalare le situazioni di questo o quel povero di cui non possono più prendersi cura direttamente. Il nostro territorio si sta confermando bello e solidale, unito anche se fisicamente distante.

In questa occasione, per far fronte a questa emergenza, che vede ancora una volta esposte le persone più fragili, la nostra diocesi rinnova l’appello a tutti alla solidarietà concreta invitando a sostenere  le iniziative e gli interventi mirati della Caritas locale in favore delle persone in difficoltà e in condizioni sempre più precarie.

Accogliamo anche la disponibilità e generosità di tante persone nel voler fornire vestiti, derrate alimentari, farmaci ma in considerazione della situazione non ci è possibile effettuare alcun tipo di raccolta e ritiro. È opportuno, anzi, come detto in altre occasioni, non lasciare alcun sacchetto nei pressi delle strutture caritative.

È possibile donare attraverso il conto corrente intestato a Diocesi di Ragusa Caritas IBAN: IT45Y0521617001000005801675 Banca Credito Valtellinese S.p.A. Sede di Ragusa (Via Archimede) causale: contributo EMERGENZA COVID-19

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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