Pubblicato il 18 Aprile 2020 | di Luciano Nicastro
0Cultura in dialogo con il mondo globale Il marxismo “spirituale” di Mounier
Ad una indagine seria e non preconcetta il marxismo è da considerare, sia a livello accademico che sociale, il fenomeno storico e ”spirituale”, culturale e politico, più importante e significativo che si sia verificato nell’Europa e nel Mondo dall’Ottocento sino ad oggi. Sul suo significato e sulla natura della sua missione pende ancora una valutazione di merito e un giudizio storico di valore specifico come utopia politica e progettuale sia della modernità che del postmoderno.
La sua complessità lo caratterizza e lo carica di un insieme di domande e di interrogativi sia a livello di weltanchauung che sul piano della sfida antropologica e morale, economica e politica in corso di precisazione e di definizione. In un certo senso costituisce ancora un problema ermeneutico e maieutico “aperto” sul futuro dell’Umanità nella nuova frontiera del Mondo Globale. Ci può aiutare a disvelarlo una ricognizione attenta e articolata di tipo kantiano mediante un insieme di indagini di struttura mirate a coglierne la realtà profonda, la direzione del pensiero antropologico e l’orientamento politico di discontinuità epistemologica. Abbiamo bisogno ancora di poterne individuare «ciò che è vivo e ciò che è vero»,e di discernere un quadro organico di valori e di programmi ,di proposte e di riforme generali di vita e di azione individuale e collettiva. La preoccupazione originaria e fondamentale di K.Marx è stata, come è noto, quella “umanistica” nel senso di liberare e promuovere l’uomo vero, libero e responsabile. Per Marx l’uomo è uomo nel fare ,ma non è l’uomo borghese del fare, se il suo fare è proiezione e produzione di una alienazione, egli cessa di essere libero, cessa di essere veramente uomo. Anche la sua coscienza di classe non è un a priori ma un risultato di una opzione del suo essere in rapporto permanente “uomo–altri uomini” in lotta per abbattere ingiustizie e ostacoli alla comunione integrale dei lavoratori e dei proletari. Non a caso l’uomo individuo, gli uomini individui non sono realtà astratte ma soggetti “oggettivi” di cambiamento e di trasformazione. Gli uomini a parere di Marx nella loro lotta di classe non intendono semplicemente sostituire una classe dominante che li opprime ma in fondo lottare per abbattere ed eliminare “la classe dominante in quanto tale”. Non intendono mettersi al posto dei borghesi così come questi avevano fatto con gli aristocratici ma cambiare radicalmente essere, ruolo e funzione degli uomini veri ed è vero un uomo se è un essere “oggettivo” cioè un uomo in relazione, reale e concreto. Da questo punto di vista nell’XI tesi su L.Feuerbach si sostiene che sinora i filosofi si sono preoccupati di interpretare il mondo ,ma ora è arrivato il momento di cambiarlo, cioè di trasformare e modificare un processo dialettico in termini concreti. Possiamo dire analogamente anche per Marx. Egli si è impegnato a interpretare il suo mondo ma non si è limitato al fatto conoscitivo, né alla militanza giornalistica e alla partecipazione alle lotte operaie, ha promosso una indagine scientifica insieme ad Engels sulla condizione storica e sulla necessità dialettica delle lotte dei lavoratori per cambiare condizioni, realtà e qualità relazionale. Inoltre mediante la elaborazione di un sapere economico nuovo ed alternativo ha posto le condizioni strutturali di un cambiamento reale ed alternativo. Con il Capitale ha descritto una via di trasformazione strutturale del sistema dello sfruttamento e della alienazione. Se a livello della sua filosofia della prassi ha cercato di interpretare il mondo, con la nuova economia non ha prodotto solo una forma dell’umano ,accanto alle altre forme di pensiero e di azione, ma ha creato lo strumento efficace e concreto per cambiarlo e per trasformarlo. Come si vede Marx crede ed opera per la rivoluzione dei proletari di tutto il mondo e lotta generosamente girando per l’Europa per porre tutte le premesse spirituali ed economiche, culturali e politiche di una rivoluzione come alternativa di popolo.
Consideriamo a questo punto il pensiero dialogico e critico sul marxismo da parte di Emmanuel Mounier, fondatore del personalismo comunitario di ispirazione cristiana e teorico della Rivoluzione personalista e comunitaria negli anni 1930 in Francia e in Europa. Sulla sua rivista Esprit (1934) dialogava con i marxisti e i democratici per un incontro senza pregiudizi e sottintesi sul terreno di una opzione politica fondamentale all’insegna di una diversa unità di cambiamento strutturale adeguato alla speranza che era rinata a sinistra tra cristiani e cattolici da una parte e Socialisti e Comunisti dall’altra per una svolta radicale di azione e di prospettive. Secondo E.Mounier esistono fondamentalmente a livello culturale e politico «le due anime del Marxismo:c’è un marxismo che non è soltanto un importante metodo di investigazione o un insieme di intuizioni sulla condizione dell’uomo di cui alcune si riallacciano alle idee più profonde di Pascal e del Cristianesimo; c’è un marxismo che è una filosofia “totalitaria”, poiché fa di ogni attività spirituale un riflesso delle circostanze economiche, trascura o nega «i misteri dell’uomo e dell’essere, non considera nessuna altra superficie dell’uomo se non quella che è in contatto con la vita di nutrizione o di relazione». A parere di Mounier il marxismo avrebbe dovuto trovare una via di sviluppo nella direzione della verità del cristianesimo, la religione dell’uomo-Dio. In quegli anni tumultuosi e drammatici don Primo Mazzolari, parroco di Bozolo scriveva nel saggio “il compagno Cristo”,il vangelo del Reduce, che «Uomo divino è colui che dall’intimo commercio con il mondo superiore della bontà infinita trae un senso ineffabile di paternità divina e di fratellanza universale>(p.21).
Nell’Ottocento e nel Novecento la questione fondamentale e dirimente sul piano filosofico è stato il senso veritativo specifico della sua filosofia e il contributo culturale e “spirituale” di K.Marx e dei marxisti alle lotte democratiche dei lavoratori e dei popoli nei diversi Paesi dell’Europa e del Mondo. La svolta rivoluzionaria di Lenin nella Russia zarista, come è noto, pose sul piano teorico e su quello politico il tema della rivoluzione come processo di trasformazione sociale ed economica dall’alto mediante la dittatura politica.Il marx-leninismo culturale ha fatto storia e ha dominato come sistema lo scenario mondiale tra le due guerre mondiali e la vicenda politica della spartizione e divisione del mondo a Yalta e la guerra fredda che ne è seguita. La minaccia sul Mondo è da collegare alle rivoluzioni dei totalitarismi (fascismo, nazismo, comunismo). Il tema della libertà e della giustizia sociale è aperto sul tavolo pacifico della nuova società culturale mondiale dopo il confronto “totale” e bellico per ritrovare il sentiero dell’umanesimo comune e le ragioni più valide per unire i popoli del nuovo mondo globale ed edificare la Pace Perpetua secondo la profezia razionale di Kant. Sul Mondo Globale bisogna far crescere una mentalità pacifica dei cittadini e dei popoli per seminare il sistema democratico dell’incontro politico come via del cambiamento e del nuovo corso e della nuova storia. La rivoluzione non violenta della Ragione non è sicura senza una stagione di stima pubblica della Fede ed il contributo ideale e morale delle religioni per la qualità della vita. Non sono le ideologie a tracciare e preparare lo spazio di incontro della nuova società aperta globale. Queste hanno già fallito terribilmente; è l’ora delle Religioni sorelle (Cristianesimo,Ebraismo, Islamismo) a testimoniare e seminare con vocazioni pacifiche il terreno della rinascita morale e politica-democratica del nuovo Mondo all’inizio del nuovo Millennio. È l’ora dell’uomo buono e del cittadino fratello! È il momento storico della Realtà come dialettica integrale dell’Uomo-cultura. È l’alba di un nuovo Risorgimento e di una nuova storia di processualità della Realtà.