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Pubblicato il 26 Maggio 2020 | di Redazione

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Abitare il Pianeta con rispetto e amore per donarlo alle future generazioni

Il grande problema che affronteremo d’ora in poi sarà, nel breve e medio periodo, la convivenza con questo “nostro ospite”, che tutti abbiamo imparato a chiamare Covid-19, che sembra essere venuto da un altro pianeta, un alieno (anche perché invisibile), eppure nostro conterraneo, abitante di questa Terra.
Mentre si piangono ancora i morti a causa sua, siamo chiamati ancora di più alla solidarietà tra i vivi: l’emergenza occupazionale con cui convivevamo è stata aggravata dal virus che ha attaccato, con i suoi effetti collaterali, tutti.
Ma l’emergenza lavorativa è un dramma che probabilmente mieterà più vittime del virus, e tra queste, ci saranno soprattutto gli invisibili, coloro che non riceveranno alcun aiuto dallo Stato, semplicemente perché sconosciuti ad esso. Per questo, tutti coloro che potranno, saranno chiamati ad aiutare chi rischia di rimanere a terra, di non riuscire a rialzarsi. Occorrerà riscoprire il valore della solidarietà nella Comunità civile ed ecclesiale, occorrerà tornare ad essere uniti, rivitalizzare il vero senso di una comunità coesa, di una comunità resiliente. Solo così avremo una chance in più di farcela senza creare altri nuovi poveri.
La Terra, luogo prezioso della generatività più feconda che abbiamo sfruttato secondo le nostre comodità, lancia un ulteriore grido: non possiamo rimanere sordi. È impellente l’appello a rivedere il nostro modo di vivere, di abitare il nostro Pianeta con rispetto e amore, con cura, per donarlo ancora vivibile alle future generazioni. Ci siamo scoperti oltre che impauriti, molto fragili. L’uomo dovrà finalmente dismettere, e speriamo per sempre, la sua esaltazione di onnipotenza.
E allora ognuno assuma un impegno, anche piccolo ma significativo, con se stesso e per gli altri.
La Chiesa ragusana, in tutte le sue articolazioni, anche a fianco delle Istituzioni, non ha fatto mancare il proprio contributo per alleviare in tutti i modi i bisogni impellenti di tantissime famiglie con la distribuzione di alimenti, generi di prima necessità, di sostegno ad alcune spese essenziali. Il servizio di tanti volontari, di tanti giovani del servizio civile è encomiabile. Ma questo è anche il tempo propizio per progettare qualcosa per il dopo emergenza sanitaria. L’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro, collaborando con la Fondazione San Giovanni Battista della diocesi di Ragusa, sta promuovendo una raccolta fondi a beneficio di coloro che hanno perso il lavoro, di chi un lavoro non ce l’ha, di chi ha un lavoro precario. Un segno significativo per dire che siamo vicini alle ferite della gente. Desideriamo dare il nostro contributo perché il lavoro rappresenta, oggi forse più di ieri, la restituzione della dignità ad ogni persona.
È ora di rafforzare la speranza!

Queste le coordinate del conto dedicato cui inviare il vostro contributo: IBAN: IT47W0503617000CC0001005794
Intestato a: Fondazione San Giovanni Battista Ragusa
Causale: sostegno per la ripresa del lavoro

Renato Meli
Ufficio per i problemi sociali e il lavoro

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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