Vita Cristiana

Pubblicato il 5 Dicembre 2020 | di Agenzia Sir

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La bellezza del celebrare con gioia il mistero della salvezza

Con la prima domenica di Avvento celebreremo la Santa Messa con il rinnovato Messale. Della nuova edizione possiamo sottolineare tre aspetti: la revisione della traduzione a partire dall’originale latino, la continuità con l’edizione del 1983 e l’inserimento di nuovi testi.

Nella nuova traduzione, sono due i testi che attirano maggiormente l’attenzione di sacerdoti e fedeli.

Il primo è l’inizio dell’inno Gloria a Dio nell’alto dei cieli, che non continuerà più con «…e pace in terra agli uomini di buona volontà», ma con «…e pace in terra agli uomini, amati dal Signore». Il testo di riferimento infatti è Lc 2,14, il canto degli angeli nell’annuncio del Natale del Signore. La pace di cui qui si parla non è quella che regna tra gli uomini che seguono la volontà di Dio, ma la pace che Dio da sempre ha voluto donare nel suo disegno di amore. Al centro sta l’azione di Dio.

Il secondo testo che ha subito una variazione è la preghiera del Padre Nostro, per la quale si è fatto ricorso alla nuova versione del testo biblico, introdotta dalla Cei nella Bibbia pubblicata nel 2008. La scelta, come già spiegato a suo tempo, è giustificata dal fatto che la connotazione dell’italiano “indurre” esprime una volontà positiva mentre l’originale greco racchiude piuttosto una sfumatura concessiva (non lasciarci entrare). Con la nuova traduzione si chiede a Dio di aiutarci a non finire dentro la tentazione, di non abbandonarci/non lasciarci soli se entriamo nella tentazione.

Bisognerà infine fare attenzione a non rispondere precipitosamente e in automatico all’invito alla comunione. La formula infatti è variata: al primo posto ascolteremo «Ecco l’Agnello di Dio…» e dopo «Beati gli invitati alla cena dell’Agnello». La scelta, più rispettosa del testo originale e più in sintonia con la sequenza rituale che l’ha preceduta, vuole rendere più esplicita l’allusione ad Ap 19,9 che dichiara beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello.

La terza edizione del Messale si pone poi in continuità con la precedente con i testi introdotti nel 1983 che sono stati rivisti e in parte semplificati.

Troviamo anche dei nuovi testi. Si tratta delle orazioni per la celebrazione dei nuovi santi, come ad esempio san Paolo VI, san Giovanni Paolo II, san Pio da Pietrelcina. A questi si aggiungono alcuni nuovi prefazi: per i Pastori della Chiesa, per i Dottori (tenendo presente che vi sono anche donne proclamate tali), per Maria Maddalena, apostola degli apostoli.

Non possiamo infine dimenticare che la nuova edizione dà più spazio alla musica. Nel corpo del Messale sono state inserite diverse melodie per il celebrante. Un segnale che vuole richiamare l’importanza del canto, almeno di alcune parti della messa: i saluti, il prefazio, le orazioni, alcune parti della Preghiera eucaristica, per sottolineare la differenza simbolica del linguaggio rituale.

La terza edizione in lingua italiana del Messale Romano può diventare momento di riscoperta dell’autentica tradizione liturgica della Chiesa e della bellezza del celebrare con gioia il mistero della salvezza.

Angelo Lameri* (Sir)

*Pontificia Università Lateranense

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