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Pubblicato il 2 Dicembre 2020 | di Lettera in Redazione

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Non sei stato mai soltanto il Parroco della Chiesetta di Puntarazzi

Caro Romolo, sono molto commossa nel leggere dai social i tanti affettuosi messaggi che esprimono grande dolore per la Tua improvvisa e inaspettata dipartita.
Tutta la grande famiglia della Diocesi di Ragusa e centinaia di persone da tutta l’Italia, testimoniano i bellissimi momenti e le esperienze che hanno vissuto con Te, come Sacerdote e come persona, tanti Romolo, una moltitudine di gente, che ci racconta di te e del tuo grande impegno professionale sia come psicologo che come scrittore, ma ancor più scrivono del tuo grande amore per  ciascuno e per tutti!
Che dirti.. se non che sono molto orgogliosa di averti avuto per tanti anni come parroco e da sempre come amico pronto ad ascoltare e confortare!
Oggi, voglio dirti anche a nome dei tuoi amici e parrocchiani di Puntarazzi e con tanta commozione, il nostro grazie per quello che sei stato per tutti e per ognuno di noi. Nessuno escluso.
Per quanto mi riguarda personalmente, caro Romolo, devo a te la scoperta di un Dio che è Padre, che ci ama e ci accoglie sempre e malgrado tutte le nostre inadempienze, a volte anche gravi!
Sei stato il nostro Parroco per quasi vent’anni, ma non sei stato mai soltanto il Parroco della Chiesetta di Puntarazzi, estrema periferia di Ragusa, perché tu hai rappresentato per tutti noi molto e molto di più!
Così oggi non dirò del tuo grande impegno come Direttore del Consultorio familiare di ispirazione cristiana della nostra Diocesi e nemmeno di te eccelso scrittore o psicologo, professione che hai sempre svolto con grande trasporto ed empatia, tuo innato carisma, percepito da quanti hanno avuto la fortuna di conoscerti e soprattutto anche da noi, i tuoi fedeli parrocchiani, così da essere subito, oltre che il nostro Parroco, l’amico e il confidente!
Ci siamo sentiti sempre accolti e amati così come eravamo, nella nostra semplicità, non eravamo abituati a grandi effusioni, forse un po’ troppo vogliosi di silenzio, chiusi nelle nostre case con grandi cancelli esterni e i muri a secco che delimitavano le nostre strade, quasi a proteggerci! Alcuni degli abitanti della contrada erano agricoltori e allevatori che da sempre abitavano Puntarazzi, naturalmente possedevano la casa in città, dotata di tutti i comfort ma non la usavano quasi mai, se non per motivi straordinari, perché il lavoro impegnativo della campagna e l’accudimento giornaliero degli animali, non glielo consentiva; il loro parlare era semplice e schietto, si sì .. no no!
Gli altri abitanti della contrada, quelli che venivano dalla vicina città, era gente che aveva abbandonato i rumori e il traffico e scelto Puntarazzi, perché amanti di una vita in libertà, a contatto con la natura e a solo pochi minuti dalla città!
L’unica caratteristica che ci accomunava era il senso di appartenenza e di forte empatia con quel territorio un po’ rupestre, ma generoso di silenzio e di aria buona e pulita!
Quando S. E. Mons. Angelo Rizzo nel lontano 1973 venne personalmente e con il caro Padre Tidona, per comunicarci che in un appezzamento di terreno, al centro del villaggio, (donato alla Curia, parecchi anni prima, dal proprietario terriero, Dott. Giorgio Florida, con la clausola di erigervi un Luogo di culto), sarebbe sorta una Chiesa Parrocchiale non volevamo crederci… eravamo entusiasti per la bellissima notizia, ma anche confusi e timorosi del tanto lavoro che sicuramente ci attendeva per la sua realizzazione!
Qualche mese dopo la posa della prima pietra, avvenuta alla presenza del Vescovo e delle Autorità, arrivasti tu, con il tuo entusiasmo giovanile e ci desti la voglia di essere fin da subito, anche noi i protagonisti della storia che si sarebbe scritta sulla Chiesa di Puntarazzi! Eh sì, sapevi come parlare ai nostri cuori!
L’entusiasmo iniziale si concretizzò sempre più , mano a mano che andavano avanti i lavori e vedevamo la nostra chiesetta crescere mattone dopo mattone, ancora più preziosa per noi, perché stavamo costruendola con le nostre risorse, con le nostre mani, con la fatica, la gioia e l’orgoglio del fare, compiacendoci nel vederla crescere e con i risultati che via via raggiungevamo!
Ma il lavoro ben più difficile, dopo la sua costruzione fu il tuo, caro Romolo, che dovesti trasformare la casa di mattoni, nella Casa di Dio!
Ma con dolcezza e fermezza, ci hai traghettato da orgogliosi costruttori, a cristiani desiderosi di incontrare Gesù nella Sua Casa!
Certo hai dovuto lavorare non poco con noi tutti, un po’ teste dure… e un po’ troppo chiassosi… tutti, nessuno escluso, uomini, donne e bambini, soprattutto nei momenti di raccoglimento o durante le omelie, anche perché non eravamo abituati al silenzio e alla preghiera, ma quando ci riprendevi, lo facevi sempre con dolcezza senza mai perdere la pazienza, forse perché leggevi nei nostri cuori la comunione fraterna che con semplicità si creava via via tra noi , così eterogenei eppure così fraternamente uniti e questo era ciò che per te contava!
E continuavi a fare finta di niente, anche quando i nostri bambini sgambettavano per la chiesa facendoti perdere il filo del discorso!
Mi commuovo ancora, al ricordo della tua faccia perplessa ma sorridente e forse erano quelli i momenti in cui facevi fortemente tua la frase di Gesù… “lasciate che i bambini vengano a me”, davvero bellissimi momenti!
Poi piano piano e giorno dopo giorno, siamo cresciuti e abbiamo capito che era bello ancora di più impegnarci, per fare in modo che dalla “casa” di mattoni sorgesse la Casa di Dio, cosa che nel frattempo, strano ma vero, compresero anche i nostri bambini , scoprendo anche loro, come noi, la bellezza dello stare insieme, seduti nei primi banchi che erano riservati a tutti loro!
Così, con serenità e con te accanto, caro Romolo, ci siamo impegnati per diventare vera Chiesa e comunità parrocchiale, sentendoci forti e seppure nella nostra semplicità, dei quasi arrivati!
Ma tu, da grande conoscitore dell’animo umano, volesti sconvolgere le quieti acque del tran tran quotidiano che stavamo assaporando … forse un po’ troppo … così invitasti a venire tra noi i “Missionari delle Comunità di fede”, gruppi di ispirazione francescana, nati e guidati dall’indimenticabile Padre Michele. L’arrivo della Comunità di fede a Puntarazzi, portò tra noi una ventata di grande entusiasmo; ospitammo nelle nostre case i fratelli laici missionari venuti dalle Parrocchie Sacra Famiglia e San Giuseppe Artigiano della nostra Diocesi e altri missionari provenivano dalla Diocesi di Siracusa, per una tre giorni di grande intensità spirituale e dove la Parola di Dio, trasmessaci con semplicità dai missionari, divenne il centro di quelle giornate e poi delle nostre vite, intraprendendo anche molti di noi questa esperienza, scoprendoci anche noi, cosa stupenda, missionari dell’Annuncio!
Grazie caro Romolo anche per questi bellissimi e gioiosi anni! Questa esperienza ci diede l’input ad osare un po’ di più ed essendo anche più numerosi, ci demmo da fare per organizzare alla grande la festa del villaggio o meglio conosciuta come la “Festa della Comunità”, nata come momento solo per noi di Puntarazzi, per riunirci durante le celebrazioni liturgiche in occasione della
ricorrenza di San Giovanni Maria Vianney al quale era dedicata la nostra Parrocchia e unendo alle ore di preghiera e meditazione, qualche momento ricreativo per grandi e piccini.
Essendo ora molto più numerosi, con il tuo incoraggiamento, osammo di più e con il solo passa parola la Festa della Comunità divenne un momento di festa stracittadina, con un grande coinvolgimento di persone, provenienti dei comuni limitrofi a Ragusa per una vera festa di condivisione fraterna!
La tua presenza tra noi era fondamentale: con alcuni di noi ti occupavi del programma religioso, lasciando ad altri l’organizzazione degli eventi ludici, due gruppi per condividere alla fine lo stesso progetto, imparare a camminare da soli e raggiungere comunque, lo stesso traguardo.
Alcuni di noi curavano con Te i momenti di preghiera e di spiritualità, invitavamo ospiti di grande spessore che tu conoscevi e apprezzavi, per farci dono di bellissime riflessioni spirituali e catechesi. Altri parrocchiani curavano i momenti di intrattenimento ludico per grandi e bambini, vari orari per permettere a tutti la partecipazione e infine la domenica pomeriggio, dopo la Santa Messa si procedeva alla vendita all’asta dei tanti prodotti offerti per la grande “Cena” che venivano banditi dal caro Massa’ Felice, da sopra il cassone di un camion (!!!), erano per lo più prodotti caseari e della terra, di produzione locale, il pane di casa e le scacce ancora calde e odorose del forno di pietra, i biscotti, la mpaggnuccata e tanto altro ancora! Poi ancora c’era l’organizzazione della pesca, la maratona, il Torneo di briscola, il raduno di cavalli e cavalieri, provenienti da tutta la Sicilia, per regalarci bellissime esibizioni di grande abilità equestre, il tutto con grande senso di amicizia e condivisione.
Ricordo le tante volte in cui venivano i tuoi cari genitori, felici anche loro di trovarsi tra noi nella confusione di una festa dedicata a San Giovanni Maria Vianney e al nostro Parroco Romolo!
La Festa della Comunità ci diede la possibilità di guadagnare qualcosa che avremmo impiegato per ampliare i locali parrocchiali e affiancando alla Chiesetta un grande salone, molto utile per gli incontri della Comunità di fede, per il Catechismo dei ragazzi e per ospitare i bambini della scuola elementare rurale, la cui sede era stata da sempre la fredda e umida ‘casa abitare’ di una fattoria della contrada. All’interno del grande salone parrocchiale riservammo un ampio spazio, per realizzare un palco che venne usato dai nostri ragazzi per le loro performance teatrali e poi da noi adulti, dal momento che sotto la regia della cara e indimenticabile Juna La Ferlita ci scoprimmo attori dialettali di “grande talento”!!!
Così ti siamo grati anche di questo regalo frutto della Tua lungimiranza e di grande fiducia nei nostri talenti che via via ci hai fatto scoprire di possedere.
Potrei dirti ancora altri mille grazie, per quello che sei stato per noi ma devo chiudere queste righe a te dedicate, con sincero affetto filiale, le chiudo ricordando a tutti noi i bellissimi cenoni di Capodanno dove con te fra noi ci ritrovavamo insieme, grandi e piccini, nel salone parrocchiale addobbato a festa, per il Cenone di Capodanno; dopo la cena aspettavamo l’inizio del nuovo anno, nella piazzetta della Chiesa, dove tenendoci per mano formavamo un grande cerchio e cantando riempivamo il silenzio dell’ultima notte dell’anno coi nostri canti, emozioni che potremo raccontare solo noi, la tua gente di Puntarazzi!
Nella vita delle nostre famiglie, caro Romolo, come se possedessi il dono dell’ubiquità e malgrado l’aumento dei tanti impegni fuori diocesi e in tutta Italia, ti abbiamo sentito sempre accanto!
Hai celebrato battesimi, comunioni e cresime dei nostri figli, i loro matrimoni, i battesimi dei loro figli, ci sei stato vicino nei gioiosi anniversari delle nostre famiglie e con affetto fraterno sei stato presente nei tristi momenti della vita; non ci siamo mai sentiti abbandonati perché sei stato SEMPRE PRESENTE, CON OGNUNO E CON TUTTI NOI LA TUA COMUNITÀ DI PUNTARAZZI, NELLE GIOIA E NEL DOLORE, SEMPRE!
Purtroppo non ci è stato possibile ricambiare questo a te e poterti essere accanto nei brevi giorni della tua improvvisa malattia, te ne sai andato così senza un saluto, un abbraccio, un sorriso, ma ci consola il fatto che non Sei andato via da solo, sono certa che Sei stato preso per mano dal nostro Signore e che ora ci guardi dal Paradiso, dove sei, vicino ai tuoi amati genitori, mamma Cecè e papà Gaudenzio! Che dirti, amatissimo Romolo… sappi che da parte mia e dei tuoi fratelli di Puntarazzi sei stato e sarai sempre nei nostri cuori, che ricorderemo sempre i Tuoi insegnamenti,
mettendo al primo posto ciò che ci hai dato tu per primo e sempre, accoglienza, disponibilità, fraternità, che sono stati il Tuo Vangelo vivo!
Cercheremo di non deluderti e di fare nostro ciò che tu ci hai insegnato e impegnandoci perché ciò avvenga!
Caro Romolo, dal Paradiso dove ora sei, aiutaci sempre a vedere nell’altro ciò che unisce e a fare nostra la Tua frase preferita: “Se gli altri ti amano poco, tu amali di più”.
Dal Posto che ora occupi e che Ti sei meritato, prega per noi tutti e per la Santa Chiesa che è in Ragusa e nel Mondo, prega perché finisca presto questa Pandemia che ti ha portato via dal nostro affetto, ma non dai nostri cuori e dai bellissimi ricordi che ci lasci, Tu riposa in pace nostro amato Romolo e non dimenticarti di pregare per noi!
Con tanto affetto i tuoi amici e parrocchiani di Puntarazzi




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