Vita Cristiana

Pubblicato il 19 Febbraio 2021 | di Saro Distefano

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L’esempio luminoso di Maria Schininà Trent’anni fa la sua beatificazione

A giugno dello scorso anno avremmo dovuto celebrare il cento decimo anniversario della sua morte terrena. Così come lo scorso 4 novembre avremmo dovuto con molta maggiore enfasi ricordarne il trentesimo dalla beatificazione.

Ho come l’impressione, che mi auguro fortemente venga smentita, che Maria Schininà non sia ricordata come dovrebbe dai ragusani. Cattolici e credenti, laici e atei.

Perché la fondatrice della Congregazione delle Suore del Sacro Cuore di Gesù, e basterebbe, è stata una importantissima figura storica della parte di Sicilia che noi abitiamo. Ancora prima che la sua creatura, quell’istituto di assistenza e ricovero si diffondesse letteralmente in tutto il mondo, le sue opere erano già patrimonio collettivo e la sua figura era esempio luminoso per quanti ritengono il Cristianesimo la religione che si cura degli ultimi della Terra.

La novità, forte e attesa, dell’apertura concessa da Francesco alle donne relativamente al ministero del lettorato e dell’accolitato è, a mio modestissimo parere, figlia di generazioni di grandi donne, organiche o meno alla Chiesa, come la ragusana Maria del Sacro Cuore di Gesù.

Il Santo Padre, che conosce benissimo le realtà della Chiesa a contatto con il popolo, quello che si comunica appena può perché vuole ardentemente il contatto con il Cristo, ha avviato una serie di aperture che solo pochi anni fa apparivano lontane, tanto da non essere nemmeno discusse.

Quando la metà dell’universo umano (io ritengo anche la migliore) è fortemente convinta e coinvolta dell’opera e nell’opera di bene e di pace della Chiesa, allora la creazione di Pietro non potrà che giovarne. Moltissimo.

Ecco perché, almeno noi ragusani, dovremmo avere maggiore cura nel ricordare la grandissima figura della Beata Maria Schininà. Riguardo agli anniversari, potremmo iniziare ad organizzarci per il prossimo anno, quando cadrà il cento trentesimo anniversario della costruzione della prima casa dell’Istituto del Sacro Cuore. Dovessimo, come si spera, essere fuori dall’emergenza sanitaria se non, ancora meglio, dalla pandemia da Covid, allora potremmo davvero programmare una serie di iniziative finalizzate a far conoscere la figura della Schininà anche a chi, non foss’altro che per motivi anagrafici, non la conosce o non la conosce bene.

Altro segnale di incoraggiamento: a Ragusa, (e in piena via Roma!), vive una bambina, che ha meno di un anno, e che si chiama Maria Schininà.

 

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Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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