Politica

Pubblicato il 18 Maggio 2021 | di Vito Piruzza

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La lotta impari tra falchi e colombe

Suonano di nuovo le sirene in Terrasanta!

Sono le sirene degli allarmi aerei, ma sono anche un altro tipo di sirene …le sirene del potere!

Certe cose capitano con un tempismo tale che non può non sorgere il dubbio della strumentalizzazione.

Netanyahu oramai abituato al potere dopo 12 anni ininterrotti di governo per la prima volta dopo le elezioni di marzo non è riuscito a formare una maggioranza e il presidente della repubblica ha dato l’incarico di formare il nuovo governo a Yair Lapid che stava cercando di creare una maggioranza con pezzi della ex maggioranza di Netanyahu, con i partiti della sinistra e stava contrattando l’appoggio esterno, udite, udite, del partito degli arabi-israeliani; per la prima volta dei musulmani di fatto sarebbero entrati in maggioranza di governo a Tel Aviv!

Per non dire poi che la nuova amministrazione USA rischiava di  rendere Netanyahu meno solido in termini di sostegno internazionale …

Sull’altro fronte all’interno di Hamas che controlla la striscia di Gaza alcuni stavano portando avanti l’idea di concentrarsi sulla gestione civile del territorio invece che sul conflitto permanente …

In questo contesto si assiste al governo israeliano che con lo sfratto di 20 famiglie arabe e la militarizzazione della spianata delle moschee con insopportabile arroganza provoca i palestinesi fino allo scontro che puntualmente avviene.

E questo sarebbe un film già visto, abbiamo già assistito ad altre “intifade” il copione è sempre lo stesso, quello di Davide contro Golia, solo a parti invertite il Davide del ventunesimo secolo non è ebreo, ma musulmano e purtroppo la sua fionda è inefficace contro l’esercito meglio organizzato del medio-oriente (e forse del mondo); e sempre lo stesso e anche il bilancio di questa sporca guerra permanete una decina di vittime da una parte contro centinaia dall’altra … Ma stavolta c’è di più, il conflitto si è esteso anche alle “città miste”, in quei centri in cui si era conquistata la pur problematica convivenza tra ebrei e arabi, che costituiva in nuce l’esempio e la speranza che prima o poi sarebbe stato possibile convivere, l’equilibrio precario non ha retto; l’infinita pazienza di questi “cittadini di serie B” di Israele ha ceduto, e la convivenza è saltata.

Scampato il “pericolo” della Pace!

Per chi infatti in questa vicenda vuole conservare il potere non c’è dubbio che la pace sia un pericolo.

I falchi di entrambi i fronti hanno fatto un sol boccone delle colombe, Netanyahu non ha più da temere di perdere il potere e Hamas farà il pieno dei consensi alla sua politica a discapito di Al Fatah e della sua disponibilità al dialogo diplomatico.

Adesso i tanti fautori del dialogo sono visti come “traditori” da entrambe le fazioni, come ventre molle esposto all’aggressività del nemico!

Davanti a questo scempio, davanti a tanta ingiustizia, davanti a tanta insopportabile violenza come sempre la risposta più pertinente e più giusta è venuta da Papa Francesco che con tempestività ha avviato il riconoscimento dello Stato di Palestina!

Le parole di condanna della violenza, le richieste di cessate il fuoco, gli appelli alla pace e la richiesta di intervento dell’ONU sono tutte attività meritorie, ma sicuramente la concretezza del riconoscimento dello Stato per i Palestinesi è un atto di giustizia e l’unica vera forma di pressione “reale” per riaffermare il principio sacrosanto di due popoli due stati mettendo i due contendenti su un livello di pari dignità (anche se non certo di equilibrio).

 

 

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