Società tempo creato

Pubblicato il 30 Settembre 2021 | di Emanuele Occhipinti

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Natura, giustizia, impegno, pace

Dal primo settembre, e fino alla festa di San Francesco del 4 ottobre, per i cristiani di tutto il mondo sarà il Tempo del Creato; il tema: “Una casa per tutti? Rinnovare l’oikos (dimora) di Dio”. In questi giorni la famiglia cristiana si riunirà in preghiera e celebrerà ovunque iniziative di educazione e sensibilizzazione verso il creato, dimora di Dio creatore. È una voce dolce e potente, un invito senza timidezze verso una transizione profonda della nostra vita, per realizzare a molti livelli, quella conversione ecologica cui invita papa Francesco con l’Enciclica “Laudato si”. È un cambiamento epocale verso il quale ci invogliano anche i nostri vescovi con il messaggio per la 16esima Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, “Camminare in una vita nuova. La transizione ecologica per la cura della vita”.

San Francesco rimane per noi il manifesto dell’ecologia integrale: «In lui – scrive papa Francesco – si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore».

Preoccupazione per la natura e stupore davanti al creato non siano solo emozione e sdegno davanti agli incendi che devastano i nostri stupendi paesaggi; siano la nuova sapienza che occorre aggiungere alla sempreverde dottrina del Vangelo di Gesù.

Tempo del Creato è anche un momento fondamentale per dare voce ai più vulnerabili e mobilitarsi in favore di interi popoli che vivono gli effetti del disastro ambientale e climatico. È ancora il tempo dell’impegno nella politica, strumento del bene comune. È, infine, ma non per ultimo, la pace interiore, il rapporto sincero con Dio che tutto ha creato.

La transizione ecologica, a cui tutti, singolarmente e comunitariamente, siamo chiamati, è un principio integrante della vocazione universale alla santità ed alla pienezza della nostra umanità. «La chiamata battesimale ci obbliga a coltivare e custodire il giardino di Dio»: questo è l’appello congiunto del comitato direttivo ecumenico. Non solo quindi piccoli gesti ma rinnovati stili di vita, rispettosi a livello personale e a livello pubblico, dell’ambiente, della sostenibilità, della giustizia, della politica vissuta quale forma di carità.

Potremmo infatti chiamare la transizione ecologica col termine “conversione ecologica”, sottolineandone la dimensione spirituale di mutamento d’animo, poiché si tratta di un cambio di strada che parte dal profondo del cuore, dall’incontro personale con Dio che ci parla e si manifesta anche attraverso la bellezza del creato. Dal piano personale si passa, per contaminazione, alla vita pubblica e comunitaria; questo è il “contagio” di cui non abbiamo paura!

I cammini comunitari delle nostre parrocchie possono dilatare il Tempo del Creato facendone una dimensione educativa costante ed ordinaria. Anche la parrocchia diventerà eco-sostenibile, perché il nostro impegno parte dentro i sentieri della Chiesa ed insieme, nella preghiera e nell’azione, alziamo la voce profetica, accomunando il nostro cammino con i tanti, tantissimi, donne e uomini, ragazzi, giovani ed adulti che hanno amore per la terra e per le creature che la abitano.

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Autore

Laureato in Scienze Economiche e Bancarie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, lavora dal 1990 presso Banca Agricola Popolare di Ragusa, dove attualmente dirige il Mercato Imprese. E’ impegnato nell’associazionismo e nel volontariato nazionale ed internazionale, settori per i quali svolge anche il ruolo di formatore. Già presidente diocesano di Azione Cattolica, è, in atto, Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Ragusa e vicepresidente Unitalsi Ragusa.



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