Pubblicato il 18 Novembre 2021 | di Alessandro Bongiorno
0Giornata del Creato, omelia da parole forti e l’appello ai bambini
«La Terra, ormai stanca, ci sta dicendo che il conto alla rovescia è già iniziato», tocca a ciascuno di noi, e in particolare ai ragazzi e ai bambini, far partire una «nuova “attenzione” al mondo, un nuovo rispetto della natura, del territorio e della terra che ci circonda» perché solo così «potremo cominciare a sperare in un mondo diverso, in un mondo migliore, in cui la terra diventi davvero il “giardino” da ammirare e da abitare con gioia, con amore, nella fraternità, da tutti noi». Sono alcuni dei passaggi dell’omelia, pronunciata dal vescovo monsignor Giuseppe La Placa, nel corso della santa messa celebrata nella chiesa Maria SS. Annunziata e San Giuseppe di Giarratana, in occasione della Giornata mondiale del Creato. Il vescovo si è rivolto direttamente ai bambini invitandoli a rispettare ed amare il giardino che il Signore ci ha affidato perché così «rispettiamo ed amiamo Colui che l’ha creata, ma rispettiamo anche coloro che la abitano, ossia tutte le donne e gli uomini del pianeta».
Un’omelia dettata non a caso dall’altare della chiesa di un territorio ferito dall’incendio che questa estate ha devastato uno dei polmoni verdi più rigogliosi della nostra provincia. Il vescovo ha usato parole forti, non esitando a definire «farisaico ed ipocrita» il comportamento dei “grandi” della Terra riuniti a Glasgow o di quegli imprenditori che non si fanno scrupolo di inquinare il territorio e smaltire i rifiuti in modo contrario alle leggi dell’uomo e di Dio. «La “casa comune” che ci è stata donata come un “giardino” da coltivare e custodire, non sembra più essere un luogo sicuro. Siracusa e Catania che “affogano” nell’acqua, sono un’immagine che difficilmente riusciremo a dimenticare. Sono l’effetto della nostra “disattenzione” ne confronti del Creato». L’antidoto a questa disattenzione sono il senso di responsabilità e i nostri piccoli gesti quotidiani. «Forse il nostro piccolo gesto cadrà nel vuoto, o forse no. L’unica certezza è che, rimanendo “distratti” e indifferenti, ci faremo complici – ha ammonito monsignor La Placa – della grande mattanza contro la natura e contro la stessa umanità». E i cristiani hanno una responsabilità e un dovere in più. «Questa distrazione – da parte di noi cristiani – diventa una distrazione colpevole se non “ascoltiamo” la nostra terra che comincia a presentarci il conto, a dirci che il tempo ormai si è fatto breve; diventa una “distrazione” colpevole se non cominciamo davvero con serietà, con costanza, a rispettarla e a custodirla».