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Pubblicato il 31 Gennaio 2022 | di Vito Piruzza

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Grazie Presidente Mattarella!

Sono oramai trascorsi i sette anni dall’incarico ed è arrivato il momento del commiato del nostro Presidente della Repubblica, il primo Siciliano dopo settanta anni di Repubblica e non ho alcun pudore ad esprimere tutto l’orgoglio da Siciliano per l’esempio di correttezza, di garbo, ma anche di fermezza istituzionale offerto da questo figlio della nostra terra.

Non che avessi dubbi! Anche in ragione dell’età ho buona memoria del percorso pubblico del prof. Sergio Mattarella, persona che non aveva scelto la politica ma che è stato scelto dalla politica e non si è sottratto per onorare la memoria del fratello, e questo tratto è sempre stato presente nel suo stile e nel modus operandi.

Schivo e discreto, ma concreto ed efficace: ha lasciato la sua impronta in tutte le funzioni rivestite, da ministro della pubblica istruzione ha introdotto il modulo con tre insegnanti in due classi alle elementari (divenute modello di eccellenza), da Ministro nei rapporti con il Parlamento ha modificato riducendolo il voto segreto, da Ministro della Difesa ha eliminato la leva obbligatoria e reso autonoma l’Arma dei Carabinieri, tutte riforme di buon senso ed efficaci effettuate senza fanfare ed autocelebrazione. E che dire della riforma elettorale maggioritaria? L’unica strutturata in modo equilibrato non per favorire qualcuno ma che ha consentito alternanza e stabilità!

Rigoroso: in una classe politica che non conosce l’uso delle dimissioni lui si è dimesso da ministro assieme a quattro colleghi in dissidio con Andreotti per il regalo fatto a Mediaset con l’approvazione della legge Mammì e quando un imprenditore lo accusò di avere ricevuto una regalia si è dimesso da tutte le cariche fino a quando non è stata dimostrata la sua totale estraneità.

E questo era il ricordo che ne avevamo quando è stato eletto Presidente, ebbene nei sette anni di carica queste sue caratteristiche sono sempre state confermate, ha gestito uno dei periodi più problematici della nostra vita democratica, con discrezione, senza sovraesposizione mediatica, con tatto istituzionale da arbitro imparziale, ma fermezza da custode della democrazia. Anche nei momenti più discussi, quando respinse la lista dei ministri del governo Conte non permettendo che il prof. Savona rivestisse il ruolo di ministro dell’Economia: una decisione forte, ma anche questa presa, a mio avviso, a ragion veduta atteso che lo stesso prof. Savona, eccellente economista, aveva però teorizzato di fare uscire l’Italia dall’Euro (opinione assolutamente legittima) ma, per evitare i contraccolpi economici, in assoluta segretezza, senza seguire un percorso democratico, e questo non poteva certo essere accettabile!

La limpidezza del suo operato peraltro è ampiamente dimostrata dall’atteggiamento di tutti i partiti che gli tributano unanimemente rispetto, persino coloro che all’inizio minacciavano di metterlo in stato di accusa, adesso gli richiedono di accettare un secondo mandato.

E che dire di quel gesto semplice ma estremamente significativo di presentarsi con i capelli incolti perché, come tutti gli Italiani, durante il lockdown non andava dal barbiere? Nell’ultimo discorso ha detto di non essersi sentito mai solo ma di avere sentito la vicinanza degli Italiani; ebbene anche gli Italiani lo abbiamo sentito vicino, partecipe delle limitazioni imposte dalla pandemia, attento a tutte le criticità che attraversano la nostra comunità nazionale.

Carissimo Presidente, comprendiamo lo scrupolo istituzionale che la spinge a rifiutare nettamente l’ipotesi di un secondo mandato (giacché, dopo il primo precedente di Napolitano, rischierebbe di tramutarsi in una prassi istituzionale che è assolutamente sconsigliabile sia per gli equilibri costituzionali che per la durata “quasi monarchica” del doppio mandato presidenziale), ma sappia che ci dispiace dover fare a meno della sua guida pacata ma rigorosa e le siamo grati con tutto il cuore per l’esempio di senso del dovere e di rispetto delle istituzioni che ci ha donato in questi anni proprio nel momento in cui la fiducia nelle istituzioni democratiche ha vacillato pericolosamente.

Grazie Presidente!

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