Cultura copertina libro san Giorgio

Pubblicato il 5 Luglio 2022 | di Angelo Schembari

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San Giorgio, una storia millenaria

Al centro studi “Feliciano Rossitto” è stato presentato il libro “San Giorgio a Ragusa. Mille anni di Storia” di Andrea Ottaviano, già autore di diversi volumi di ricerche storiche. La presentazione del volume è stata a cura del professor Giancarlo Poidomani, docente di Storia Contemporanea all’Università di Catania, che ha evidenziato l’accurato e documentato lavoro di Andrea Ottaviano, fatto di tredici capitoli, arricchiti da sei allegati e ventuno documenti.

La ricerca condotta su pubblicazioni, documenti ufficiali, carte ed epistolari custoditi presso gli Archivi di Stato e quelli ecclesiastici ricostruisce, come precisato nel sottotitolo del volume, i secolari contrasti tra Sangiorgiari e Sangiovannari, una storia millenaria intrecciata di valenze politiche, economiche e sociali.

Questi contrasti, apparentemente solo religiosi, in realtà esprimevano vere e proprie lotte per il potere e strategie per la conquista del consenso. Una commistione tra vita ecclesiastica e vita economico-sociale che in Sicilia si protrasse per otto secoli circa e che venne accentuata da cambi di regime politico, fondazioni, cesure storiche e ricostruzioni.

Il XVII secolo rappresentò, in particolare, un momento cruciale nella storia dell’isola, con le carestie e i tumulti della prima metà del secolo e la decisione della Sacra Congregazione dei Riti che nel 1630 decise di porre ordine nella proclamazione dei santi patroni, seguita dalla Bolla del Pontefice Urbano VIII, che nel 1642 stabiliva che per ogni città di dovesse avere un solo patrono principale.

A cui seguì una riunione del Consiglio di Ragusa che deliberò che per antica memoria San Giorgio era stato venerato come patrono principale e che dovesse continuare ad esserlo. Una primazia – si spiega nel volume – che fu ratificata nel 1667 dalla Sacra Congregazione dei Riti.

Altro momento cruciale fu il catastrofico sisma del 1693 e le vicende che seguirono.

Infatti la decisione di costruire nel declivio del Patro l’attuale chiesa di San Giovanni scompaginò gli antichi equilibri politici e portò a nuove forme di appartenenza a gruppi, fazioni, ceti professionali ed aggregazioni religiose.

La nuova chiesa di San Giovanni divenne il fulcro della divisione amministrativa decretata dal Re di Spagna Filippo V nel 1695, divisione che si verificò anche in ambito religioso con la dichiarazione di Matrici sia della chiesa di San Giorgio che di quella di San Giovanni.

Divisioni che almeno dal punto di vista formale si rivelarono effimere e furono annullate dopo pochi anni per poi ritornare nel 1865, quando nacquero i due municipi di Ragusa e di Ragusa Inferiore, mentre nel 1896 la Sacra Congregazione proclamò San Giovanni Patrono Ragusiae Superioris e nel 1950, a seguito della creazione della Diocesi di Ragusa, la chiesa di San Giovanni fu innalzata a cattedrale.

«La storia che qui si racconta – scrive l’autore nella presentazione del suo lavoro – si snoda per mille anni sino ai nostri giorni e non si è ancora messa la parola fine; le due chiese principali San Giorgio, Chiesa Madre, e San Giovanni, Chiesa Cattedrale, non hanno ancora trovato la giusta collocazione che la storia ha assegnato a ciascuna di esse».

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Autore

Nato a Ragusa nel 1972. Laurea in Lettere Classiche, Docente di Lettere, collaboratore di insieme dal 1989. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive. Studioso di Storia locale.



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