Vita Cristiana conferenza Armida Barelli

Pubblicato il 5 Luglio 2022 | di Redazione

0

Armida Barelli – Una donna oltre il suo tempo

Il 21 maggio scorso nella parrocchia Santa Maria delle Stelle di Comiso si è tenuto il convegno diocesano dal titolo: Armida Barelli: una donna oltre il suo tempo. A presentarci la figura di questa donna, di proclamata beata lo scorso 30 aprile, è stata Emanuela Gitto, vicepresidente nazionale del Settore Giovani di Azione Cattolica.

Il convegno è stato organizzato dalla Diocesi di Ragusa, dall’Azione Cattolica diocesana, dalla parrocchia Chiesa Madre Santa Maria delle Stelle di Comiso e dall’A. C. parrocchiale. Grazie all’interessamento del presidente diocesano dell’A. C., Rosaro Schininà, è stato possibile anche visitare la mostra itinerante realizzata dall’Istituto Toniolo, per fare conoscere la figura di Armida Barelli.

Il convegno è stato inserito nei festeggiamenti che, ogni anno, la terza domenica di maggio si svolgono a Comiso in onore di Maria SS. Addolorata, per realizzare due obbiettivi importanti: rendere l’A.C. “Azione” e quindi uscire dalla sagrestia, come vuole Papa Francesco e condividere il bello e buono, con tutti gli altri,  come in famiglia. In un mondo pieno di influencer, di blogger, in cui tutti hanno da dire e da ridire su tutto, si è voluto condividere i principi, i valori e gli slanci creativi e lungimiranti di una donna, Armida Barelli, che è riuscita ad essere antesignana di quel movimento che ha portato le donne ad avere un ruolo attivo nella società e nella Chiesa e che ancora non si è concluso, come ha sottolineato la Gitto.

La relatrice all’inizio del suo intervento ha sottolineato che «la parrocchia è il cuore pulsante dell’associazione, il luogo in cui viviamo l’ordinarietà del nostro essere laici, in cui passa gran parte della nostra esperienza di fede. Se ognuno guarda al proprio percorso di fede, al proprio percorso di vita, la maggior parte di questo lo si ricollega alla parrocchia». In queste parole è racchiuso tutto ciò che porta l’A.C. a partecipare all’organizzazione della festa insieme a tutti i gruppi parrocchiali.

La festa, dopo il black out pandemico, è il luogo della rinascita delle relazioni. Giovani e giovanissimi, coinvolti nel ”fare”, danno il meglio! Perché a volte le parole sono poca cosa al confronto con i fatti di chi, devoto alla Madonna, si impegna ogni anno in uno dei diversi ambiti dell’organizzazione della festa: andare di porta in porta per la questua, significa imparare a chiedere, ad essere umili e ad accogliere chi sta dietro la porta; organizzare un coro che accompagna i momenti importanti, presuppone dedizione ed esercizio di autorevolezza se, alla fine, il risultato deve essere di piena armonia e preghiera unanime a Maria; allestire l’altare maggiore, dove verrà posizionato il simulacro di Maria SS. Addolorata, per l’attesa “svelata”, richiede passione e maestria, perché ogni anno la “svelata”, disvelando a poco a poco il volto della Vergine Addolorata caro ai “matricrisiari”, possa destare nuovo stupore.

Ma la festa è anche altro: attenzione verso i bisognosi e la raccolta di beni di prima necessità, che la S. Vincenzo parrocchiale distribuisce; mettere in moto circoli virtuosi che coinvolgono istituzioni importanti, come la scuola, perché è essenziale avere sempre i ragazzi al centro. Infatti all’interno dei festeggiamenti, la famiglia del compianto dott. Turi Schirmo, prematuramente scomparso, mette in palio una borsa di studio, intitolata allo stesso, per l’acquisto di libri per il primo anno di superiori, per il componimento più bello, fra tutti quelli presentati dai ragazzi delle terze medie, su un tema di rilevante valore sociale e morale.

In questo brulichio di impegno e laboriosità, in cui ciascuno mette a frutto i propri talenti, l’A.C. propone il proprio e cioè essere formazione e aggiunge contenuti a quelli già presenti in un evento partecipato a vario titolo da tantissime persone .

Un convegno su Armida Barelli è servito, a proporre una donna, oggi beata, che ha vissuto in pieno il proprio tempo senza disdegnare di occuparsene. Lei forte di una spiritualità francescana, grazie all’amicizia con Agostino Gemelli (cofondatore con la stessa Barelli dell’Università cattolica del Sacro Cuore ) «capisce- riferisce la Gitto – che ciò che Dio aveva in mente per lei poteva realizzarsi anche nel mondo (non necessariamente con la vita monastica ). Un’idea rivoluzionaria, cioè una laicità ordinaria, un apostolato laico». Già, prima del Concilio Vaticano II, nel 1918 lei si fece promotrice dell’idea che tutti possono partecipare alla vita della Chiesa in virtù del battesimo.

Su mandato del Papa, la Barelli girò l’Italia per creare la “Gioventù cattolica femminile”. Invitava le donne ad uscire di casa e soprattutto ad istruirsi perché «siamo una forza in Italia , noi  donne» amava ripetere, promuovendo il voto alle donne. Idee rivoluzionarie se pensiamo al contesto storico e che altri movimenti, che si battevano per il voto alle donne, le volevano lontane dalla Chiesa e dalla religione, perché additate come cause della sottomissione femminile. Invece, lei voleva le donne istruite per dare un contributo consapevole alla società e per ciò usò gli strumenti dell’epoca per dare impulso alla stampa associativa, addirittura adattandola alle socie, anche analfabete o cieche. Infine, sempre animata dall’idea che tutti possono partecipare, attraverso l’Opera della Regalità, realizzò il foglietto della messa in italiano, in modo che tutti veramente partecipassero a messa consapevolmente. Tutto ciò che fece, compresa la fondazione dell’Università Cattolica del S. Cuore, concorreva alla realizzazione di una idea: i cattolici preparati dovevano dare un concreto contributo alla società in trasformazione di quel tempo.

Come non vedere oggi l’attualità del suo messaggio in un tempo altrettanto in trasformazione e pieno di contraddizioni? Come non raccogliere la sua eredità, e da cattolici responsabili contribuire a migliorare la società, rimettendo al centro Dio e la dignità umana, eliminando sovrastrutture che ci fanno perdere di vista l’essenziale con classificazioni per combattere stereotipi che ormai non esistono.

Giovannella Incardona

Tags: , , , ,


Autore

"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna Su ↑