Vita Cristiana intervista vescovo La Placa

Pubblicato il 2 Agosto 2022 | di Emanuele Occhipinti

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Un Vescovo Pastore ed Educatore

“In questo primo anno di ministero in mezzo a Voi, sto cominciando pian piano e grazie alla collaborazione di tutti, a conoscere i volti delle persone, a dialogare con esse, a spezzare il pane eucaristico e della Parola con ciascuno di Voi”. Le parole del Vescovo Giuseppe, tratte dalla sua prima Lettera Pastorale, sintetizzano il suo atteggiamento: conoscere, discernere, proporre ed agire. Lungi da me la tentazione di commentare l’azione pastorale, mi appare evidente una presenza che da subito si è distinta per la consapevole priorità di curare le relazioni, la comunicazione e gli atteggiamenti; tutto, per quanto necessario ed indefettibile, nel solco della tradizione e della continuità, e, dall’altro verso, con il carattere dell’innovazione e di una originalità tutta propria del vescovo Giuseppe. Detta originalità emerge da due meriti che ho imparato ad apprezzare: il primo è quello di aver toccato con mano e carezzato le urgenze della nostra Chiesa locale, preludio di “una primavera ecclesiale che dovrà profumare della novità dello Spirito e della gioia del camminare insieme”. Nel contempo mons. La Placa dimostra una particolare cura, quasi da definire magistrale, nelle forme della comunicazione, in un felice ed efficace connubio fra Pastore ed educatore. Il Pastore insiste su valori e principi, i cosiddetti temi pastorali; l’educatore insiste su atteggiamenti che rendano visibile ed esplicitano i temi pastorali. Sembrerebbe impegno superfluo ma in realtà, la cosiddetta resistenza educativa, è alquanto presente in ogni contesto.

Ma quali sono le costanti della comunicazione del vescovo La Placa? L’unità sembra il cuore delle sue linee pastorali: e come potrebbe essere diversamente? Scrive il Vescovo nella citata Lettera: “L’unità dei discepoli è proprio ciò che maggiormente interessa Gesù e la sua preghiera al Padre si costruisce proprio su questo ardente desiderio”. L’unità come sfida e profezia, “partecipazione che Dio ci dà del suo misterioso essere insieme della Trinità”, appare quindi il suo primo desiderio.

In questo solco, egli riossigena i legami tra le persone e disegna una rinnovata identità mediante l’attenzione alle relazioni umane: nel suo ministero di Pastore per primo, nel servizio di tutti i collaboratori, nel ministero dei presbiteri, nella presenza dei laici, nell’azione delle comunità parrocchiali. Già, le comunità parrocchiali: come per la comunità diocesana, il Vescovo ha in mente una realtà parrocchiale, espressione visibile della Chiesa locale, non ingessata in forme ripetitive. Certamente ispirato dal Sinodo, sembra preferire una comunità parrocchiale interconnessa con la città, senza chiusure, perché la chiusura è stata ed è la tentazione. Una comunità dove nasce la vita di fede del discepolo; luogo di educazione di persone che offrono il loro contributo anche per la costruzione della convivenza civile; antidoto alla deriva individualistica e in cui prende forma il concetto vitale di prossimità e carità. Non sia sottovalutata quest’ultima polarità: nel tempo in cui la comunità è ridotta a piattaforma o a gruppo social, il Vescovo riconsegna alla stessa il tocco umano, la tenerezza di Dio, il privilegio di luogo dell’incontro tra le persone e  con l’esperienza dell’amore di Cristo Salvatore. L’insistenza circa la “comunione tra le comunità” e la “comunione di comunità”, al fine di non relegare la sinodalità ad un concetto astratto, è un primo passo, concreto, semplice e possibile, per favorire un’azione pastorale efficace, omogenea e dal respiro ampio. Il Vescovo riconsegna se stesso ed il suo ruolo di guida alla comunità tutta, indicando direttrici e priorità, ovviamente già note ma necessarie di costante intenzionalità: l’attenzione alle persone fragili, icone di Cristo, e ai dimenticati, i gesti profetici, le prime innovazioni pastorali; tante cose orientano verso la riproposizione di una Chiesa locale che reimpara ad essere spazio della mediazione, della profezia e del discernimento.

Auguri vescovo Giuseppe. A te la fiducia e l’affetto dei figli.

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Autore

Laureato in Scienze Economiche e Bancarie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, lavora dal 1990 presso Banca Agricola Popolare di Ragusa, dove attualmente dirige il Mercato Imprese. E’ impegnato nell’associazionismo e nel volontariato nazionale ed internazionale, settori per i quali svolge anche il ruolo di formatore. Già presidente diocesano di Azione Cattolica, è, in atto, Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Ragusa e vicepresidente Unitalsi Ragusa.



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