Pubblicato il 5 Agosto 2022 | di Redazione
0Il vescovo che fa vibrare i cuori
Con il Vescovo Giuseppe accade questo: il cuore vibra, il contesto è solenne e lui è di una gratitudine e di una vicinanza genuina nei confronti di tutti e in special modo di chi soffre. Mi limito a riportare tre esperienze molto significative svolte dal nostro Ufficio con la presenza e il sostegno del nostro vescovo durante l’anno pastorale 2021/2022.
XXX Giornata del Malato – 11 febbraio 2022
Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità. Facendo valere il fattore della misericordia. Momenti molto l’11 febbraio 2022 nella Cattedrale San Giovanni Battista, Ragusa per la XXX edizione della Giornata del Malato. A presiedere la solenne Celebrazione Eucaristica, il nostro vescovo Mons. Giuseppe La Placa, che ha ringraziato medici e operatori sanitari per l’abnegazione lavorativa durante questi anni della pandemia e ha riservato parole di conforto e di sostegno ai sofferenti e agli ammalati.
A testimonianza, dopo lo stop dello scorso anno a causa dell’emergenza sanitaria, della necessità di ritrovarsi. Sotto il segno dell’assistenza a chi è sofferente. Queste le parole di conforto del vescovo rivolte ai presenti: “La speranza cambia lo sguardo: non si vede più la frammentazione della persona del paziente, talvolta ridotto a codice sanitario, non si vede più soltanto la patologia o l’organo malato. La speranza trasforma lo sguardo e permette di accogliere la persona come una totalità unificata. Quando si incontrano due persone, il curante e il curato, nasce la vera presa in carico. Il paradosso della cura è che il paziente diventa strumento di realizzazione umana, non solo professionale, e di esperienza di grazia per il curante”.
Ringrazio il nostro vescovo per la riflessione intensa e molto toccante che ci ha fatto comprendere l’importanza di chi opera a sostegno dei sofferenti. E’ una missione che viene portata avanti in silenzio e con consapevolezza, un modo speciale di aiutare gli altri, facendoli sentire partecipi di un percorso di piena compenetrazione spirituale. Chi sta male ha bisogno di cure non solo fisiche ma anche per l’anima.
Pasqua 2022 – Reparto Hospice / Ospedale Maria Paternò Arezzo – Ragusa
“Il filo della cura”. Un progetto che ha visto coinvolto anche il Vescovo Giuseppe insieme ai componenti dell’Ufficio, ai medici e operatori sanitari del reparto Hospice. “Salutatemi tanto e ringraziate di cuore Carmelo e Santina per questi doni bellissimi. È davvero una grande missione quella che svolgete in reparto”. Queste le parole che il vescovo ha dedicato agli operatori e ai due pazienti (ormai non più tra noi) che con impegno e grande forza emotiva hanno realizzato la croce e l’uovo di Pasqua consegnati dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute.
All’incontro avvenuto in Vescovado il mercoledì della Settimana Santa erano presenti il direttore dell’Ufficio Don Giorgio Occhipinti, con il vicedirettore Dott.ssa Antonella Battaglia e la segretaria Dott.ssa Stefania Antoci. “Padre Giorgio, il nostro direttore – sottolinea quest’ultima – ha fortemente voluto questo momento insieme al vescovo, di augurio di una Santa Pasqua attraverso l’elogio alla bellezza della vita, proprio quella vitalità che i nostri pazienti mettono nelle opere che realizzano.
Giornata del Sollievo – 29 maggio 2022
La XXI edizione della Giornata del Sollievo ha visto la partecipazione il 29 maggio in piazza San Giovanni a Ragusa, dell’Ufficio diocesano per la pastorale della salute. L’iniziativa, promossa d’intesa con l’Asp e le associazioni di volontariato Lilt e “Mamme di Modica” oltre alle Samot di Ragusa e Palermo, si è prefissa di testimoniare la cultura del sollievo e della sofferenza fisica e morale delle persone che stanno ultimando il loro percorso di vita, non potendo più giovarsi di cure destinate alla guarigione. Ci sono state le mattonelle di lana colorate preparate dalla paziente del reparto Hospice – Santina Catrame e dalle mamme di Modica che hanno abbellito le scalinate del sagrato che conduce alla Cattedrale. così come la presenza di quattro poeti, Giuseppe Dimartino, Pippo Di Noto, Antonella Galuppi e Fabio Messina oltre al tenore Dario Adamo. E poi, ad abbellire il sagrato, le opere degli artisti radunati da Amedeo Fusco, che ha coordinato gli interventi, del Centro di aggregazione culturale. Tra i presenti, anche il vescovo della Diocesi di Ragusa, Mons. Giuseppe La Placa, che ha espresso “gratitudine nei confronti di chi si adopera per queste iniziative che riescono non solo dal punto di vista della manifestazione in sé ma anche e soprattutto per il messaggio che veicolano nei confronti di ognuno di noi, di ogni cristiano. “Il filo della cura ci appartiene personalmente. Santina è una paziente, che ha dato a ciascuno di noi una dimostrazione di conforto oltre che di superamento delle difficoltà per riuscire a centrare l’obiettivo prefissato con la preparazione delle mattonelle di lana multicolori che hanno reso effervescenti le scalinate del sagrato offrendo a tutti momenti straordinari che ci conciliano con la vita e che ci fanno ben comprendere qual è la nostra missione lungo l’alveo del sostegno agli altri, soprattutto di chi conclude il proprio percorso terreno. E’ molto importante che si possa guardare avanti e, allo stesso tempo, fare tesoro delle esperienze accumulate in tutti questi anni”.
Ringrazio il Vescovo Giuseppe che ha saputo interpretare nella maniera migliore il significato contenuto nel contesto di questi eventi il cui valore merita di essere esaltato sempre di più e per il sostegno rivolto a me e al personale sanitario impegnato nei Reparti Covid. Vorrei concludere con queste parole: “Carissimi medici e operatori sanitari, a voi la mia gratitudine, ma soprattutto ammirazione, per la professionalità e l’abnegazione con cui portate avanti il vostro compito in condizioni non facili, senza mai dimenticare che il paziente è una persona e non un numero, avendo sempre una parola, un sorriso, un gesto di attenzione.
Con l’augurio che queste parole possano essere per voi sempre di forte guida e motivazione. Grazie di cuore a tutti dal vostro vescovo Giuseppe”.
Giorgio Occhipinti