Pubblicato il 3 Novembre 2022 | di Redazione
0Testimonianza Missionaria: Paolina Jaricot
«Andate là dove la gente vive, lotta e soffre, e chiamatela. Andate nelle famiglie, e rivelate che se c’è Dio, c’è la pace. Non serve predicare solo nelle chiese, perché le chiese ormai sono quasi vuote; non serve solo fare catechismo, perché i giovani non partecipano; perciò, andate dove la gente si ritrova e dite ad essa che Dio aspetta». Sembrano parole scritte per l’oggi, invece risalgono a quasi due secoli fa; non sono di un celebre predicatore, ma vengono attribuite ad una donna semplice, che coltiva in cuore una profonda passione missionaria pur non avendo mai messo piede fuori di Lione, la città in cui è nata il 22 luglio 1799 e in cui muore il 9 gennaio 1862: Pauline Jaricot
Pauline Jaricot è stata beatificata a Lione il 22 maggio 2022. Nel 1822 aveva dato vita all’Opera della Propagazione della Fede. La beatificazione, presieduta dal Cardinale Louis Tagle, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, è avvenuta durante l’Assemblea Generale annuale dei direttori nazionali delle Pontificie Opere Missionarie provenienti da oltre 130 Paesi.
Era solo una bambina ma già sentiva forte il richiamo della missione. Nella bella casa paterna di Lione, ultima di sei figli dei coniugi Jaricot, Paolina ne parlava col fratello più grande Phileas che sarebbe poi diventato missionario in Cina. «Ma dove vuoi andare? Una donna non è adatta ad affrontare i pericoli delle terre lontane e sconosciute» la prendeva in giro lui, concludendo: «Potrai pregare per me e aiutarmi con le offerte che riuscirai a mandarmi».
La Propagazione della Fede e i Rosari viventi
«Questa dovrebbe essere la carità: amare tutti gli uomini e su ciascuno in particolare radunare l’amore universale» scrive nei suoi Quaderni Paolina, mentre il fratello Phileas prende la via delle missioni in Estremo Oriente. Ancora giovanissima si dedica ad una intensa attività, creando una rete sociale di cristiani sensibilizzati alla promozione spirituale e materiale delle vocazioni missionarie ad gentes. Il suo pensiero era che «non dobbiamo sostenere questa o quella missione in particolare, ma tutte le missioni del mondo» e nel 1822 fonda a Lione l’Opera della Propagazione della Fede, che fin dal suo nome indica la natura dinamica dell’intuizione di Paolina. I membri dell’Opera si riuniscono in gruppi di dieci, che poi si moltiplicano in centinaia e migliaia di persone, e nel 1841 l’Opera è in circa 450 diocesi con migliaia di aderenti di tutte le classi sociali, anche i più poveri. Questo grande lavoro riceve l’appoggio di Gregorio XVI sostenitore del respiro universale dell’Opera che nella seconda metà dell’Ottocento assume carattere universale, diffondendosi anche oltre Oceano, negli Stati Uniti. Nel 1922 Pio XI con il motu proprio Romanorum Pontificum conferisce alla Propagazione della Fede il carattere pontificio.
Nel 1826 in una Francia segnata dalla rivoluzione sociale, politica e industriale crea i “Rosari viventi” grazie alle operaie di Lione chiamate le “riparatrici” che in gruppi di 10 membri, ognuno dei quali impegnato a reclutarne altri cinque in una forma di “contagio” matematico, così come era stato per la Propagazione della Fede.
Assunta Cascone