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Pubblicato il 2 Novembre 2022 | di Saro Distefano

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Spreco di carta e di soldi. I libri scolastici malissimo gestiti

La foto è tanto di bassa qualità (l’ho fatta io, me ne scuso), quanto emblematica. È la catasta di libri scolastici di mio figlio che, appena iniziato il quinto ed ultimo anno di liceo, ha pensato bene di sgomberare la sua libreria. Come si vede, una bella colonna di testi di storia, matematica, latino, chimica, educazione motoria, religione, inglese et cetera. Sono i volumi scolastici utilizzati negli ultimi due anni (il liceo classico è ancora oggi organizzato in un biennio dal polveroso nome di “ginnasio”, e poi tre di “liceo”, appunto).

Questi libri sono destinati al macero. Avevo pescato nei ricordi lontanissimi dei miei anni al liceo, e suggerito a mio figlio di vendere (a metà prezzo) o, lui volendolo, regalare i libri ai suoi colleghi liceali degli anni precedenti il suo.

Ma pare non sia possibile. Perché, mi spiega mio figlio (ed ho voluto accertarmi, ottenendo conferme) che lo stesso libro viene ogni anno aggiornato, anche solo per qualche pagina, rispetto all’anno scolastico precedente. Ne consegue che il libro di quest’anno non sarà utilizzabile il prossimo anno scolastico.

Ora, a ben pensare, a parte i necessari aggiornamenti (penso ai manuali di Storia, in perenne divenire per evidenti motivi) che però potrebbero farsi ogni 4/5 anni e non ogni anno, ma per certe materie (e vado cauto perché non vorrei scrivere fesserie), per esempio la chimica, o la matematica, o la fisica, può essere che ogni anno c’è da fare uno o più aggiornamenti? Mi pare strano.

Allora perché si insiste con questo sistema? Non ho idea. Escludo a priori un interesse degli insegnanti, ma debbo sospettare di interessi economici di tutta una filiera: editoriale, distributiva.

Ma certamente questo non giustificherebbe quello che appare come un’assurdità. È così: assurdo. Anche trascurando il fatto che nel 2022 moltissimo può essere fatto tramite la tecnologica digitale, ma basterebbe riflettere su un dato per porre fine a questo perverso sistema: lo spreco ambientale. Tonnellate di carta, di inchiostro, di piombo per fare i libri, e poi tonnellate di nafta per trasportarli, e infine metri cubi di spazio nelle discariche dove inevitabilmente molti se non tutti questi libri finiranno. Ripeto, è una assurdità che ai miei occhi appare non giustificabile, non accettabile nel 2022 a distanza di sette anni dalla “Laudato Si”, l’enciclica di Papa Francesco che, spiace dirlo, in molti abbiamo dimenticato.

 

 

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Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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