Pubblicato il 4 Novembre 2022 | di Redazione
0Quella “missione trasformante da compiere” dei cattolici in politica
Verso la fine del secondo conflitto mondiale, un giovane Giorgio La Pira – in un libricino denominato La nostra vocazione sociale – affermava con lucidità e passione che i cattolici hanno una missione trasformante da compiere la quale, a partire dal mistero di Cristo, è rivolta a mutare le strutture del mondo al fine di renderle adeguate alla vocazione di Dio. Oggi, simile responsabilità che i credenti hanno nei confronti della società si scontra da un lato con la crisi delle istituzioni che non riescono più a dare le risposte del passato dall’altro col disinteresse per la “cosa pubblica” di molti cittadini stanchi di promesse mai mantenute. Questa situazione spinge sia a ricomprendere le istituzioni – locali e sovranazionali – come enti bisognosi di coordinamento con la società civile, sia ad avviare un profilo di cittadinanza responsabile finalizzato sempre più ad occuparsi direttamente della gestione dei beni comuni attraverso pratiche partecipative.
A partire da una peculiare prospettiva, anche i cattolici, come tutti gli altri cittadini, sono invitati all’opera sociale e politica volta alla ricerca del bene comune. Sulla scia degli insegnamenti del Concilio Vaticano II, la visione cristiana del mondo – che non coincide con una semplice enumerazione di valori o con una precomprensione storico-filosofica della realtà bensì con il tentativo di vivere l’esperienza del Cristo – apre ad un ragionamento di autonomia e pluralità. Da ciò, i singoli credenti sono chiamati – sotto la propria responsabilità e alla luce dei loro percorsi formativi e professionali – ad una testimonianza politica all’interno delle variegate proposte esistenti. In questo quadro, l’ipotesi di un nuovo soggetto politico fondato sull’ispirazione cristiana pare soltanto come una delle possibili soluzioni – né vietata né obbligata ma ormai remota – purché tale progetto possa garantire la pluralità di approcci culturali e religiosi già presenti da tempo in tutti i partiti.
La recente enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco declina la “missione trasformante da compiere” attraverso lo stile della fraternità e della sororità. L’icona del Samaritano che Bergoglio propone nel testo indica la postura che è chiamato ad assumere il cristiano nel mondo: quella di chi si prende cura dell’altro. Così, lungi dall’identificarsi con un semplice atteggiamento bonario di fondo, la fraternità vissuta alla sequela di Cristo genera nella società processi culturali, politici, economici in grado di tutelare, promuovere ed estendere i principi fondamentali delle nostre comunità come libertà, giustizia, pace, dialogo.
Allora lo stile di vita dei cristiani, siano questi attivi direttamente o meno in politica, è destinato ad avviare nelle moderne società un cambiamento radicato sul riconoscimento e sulla promozione della dignità umana.
Rocco Gumina