Vita Cristiana

Pubblicato il 28 Marzo 2023 | di Redazione

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Verso un’alba nuova di speranza

Il Sinodo mondiale della Chiesa è arrivato alla tappa continentale. A partire dal Documento di lavoro per la Tappa Continentale, elaborato dalla segreteria del Sinodo, mettendo insieme i contributi del primo anno di ascolto sinodale nelle Chiese nazionali, le Assemblee Continentali, composte da delegati di ogni Chiesa nazionale, hanno approfondito le intuizioni maturate nelle comunità ecclesiali, come anche le tensioni e gli interrogativi da tener presenti.

In vista dell’Assemblea continentale europea, che si è svolta a Praga dal 5 al 12 febbraio 2023, le Chiese che sono in Italia hanno presentato un loro contributo, frutto di un confronto on line tra referenti diocesani del cammino sinodale. Prima dell’incontro era stato inviato il documento preparatorio della tappa continentale, con l’invito ad individuare, all’interno di esso, le priorità, le intuizioni, le tensioni, le prospettive, rispondendo a tre domande, formulate già all’interno del documento. Con il contributo della nostra equipe diocesana del cammino sinodale erano stati individuati alcuni elementi salienti che potevamo condividere in quella riunione. I trenta gruppi, composti ciascuno da circa 10-11 persone, coordinati da facilitatori, in 75 minuti, hanno lavorato fornendo il proprio contributo. È stata un’esperienza veramente bella che, ancora una volta,  ha permesso di sperimentare l’efficacia del metodo della conversazione spirituale, con una grande capacità si sintesi da parte di tutti e grande ascolto. Quell’oretta di lavoro ci ha permesso di mettere a fuoco alcuni punti e ci ha fatti accorgere che il nostro pensiero si illuminava e si completava con l’apporto di tutti.

Nel suo gruppo, don Roberto Asta ha individuato una duplice priorità: la “formazione continua e permanente alla sinodalità”, che deve comprendere tutte le dimensioni della vita cristiana in un’ottica integrale, ossia le dimensioni personale, spirituale, teologica, sociale e pratica. E la “Chiesa-casa inclusiva”, che è capace di tenere le porte aperte e avere un perimetro che si allarga di continuo; ossia, che annuncia con coraggio il proprio insegnamento autentico e allo stesso tempo offre una testimonianza di inclusione, accettazione e accompagnamento pastorale, attivando processi comunitari di ascolto e discernimento, a quanti si sentono trascurati ed esclusi dalla Chiesa.

Francesca Cabibbo ha individuato come priorità il “discernimento comunitario” e la corresponsabilità negli organismi di partecipazione, intesi come nuovo stile che potrà contraddistinguere la vita delle nostre comunità. Il discernimento comunitario potrà permetterci di guardare insieme alle tante richieste ed esigenze, le questioni di fondo che il documento conteneva e che – ci rendiamo conto – sono presenti in modo diverso in tutte le chiese che oggi chiedono una risposta e che avevamo individuato nella nostra scheda. Tra queste: formazione continua alla sinodalità, nuovi metodi sinodali, questioni aperte come divorziati risposati, persone Lgbtq, ruolo delle donne, abusi, gli esclusi, la nuova apertura al sociale, lo sguardo sul mondo, l’ecumenismo, nuova visione di chiesa missionaria.

Nel documento che è stato consegnato all’Assemblea continentale di Praga da parte della delegazione italiana sono state indicate alcune intuizioni ed esperienze significative, alcune questioni aperte e le priorità per l’ulteriore cammino di approfondimento.

Fra le intuizioni evidenziate vi è la centralità dell’esperienza, luogo dove è possibile “la contemplazione della presenza del Signore e dell’azione dello Spirito in essa”; questa riscoperta è stata resa possibile dal metodo della conversazione spirituale, che ha permesso di sperimentare il discernimento nello Spirito; l’ascolto dei cosiddetti lontani, ossia di quanti si sentono ai margini della comunità cristiana o se ne sono allontanati, che sono chiamati a scoprire che nessuno è lontano dall’amore di Dio e che la Chiesa è per tutti e a fianco di tutti; la riscoperta della dignità battesimale e della comune responsabilità per l’edificazione e la missione della Chiesa.

Si registra una “forte convergenza” su alcune questioni aperte che hanno bisogno di grande attenzione e coraggio nell’affrontarle per diventare sempre più una “Chiesa secondo il sogno di Dio”. Ci sono, infatti, “rigidità da superare”, ossia forme di clericalismo e modi di esercitare l’autorità troppo verticistici, che impediscono il coinvolgimento e l’apporto di tutti nella comunità; l’incapacità a “leggere il tempo presente con le sue sfide”; “riconoscere e accompagnare la religiosità popolare”, “patrimonio vive delle nostre comunità”, da purificare e orientare al Vangelo; “dare spazio e parola (…) in un ascolto reale” a i giovani, facendoli sentire parte attiva della Chiesa. “Ritrovare l’essenziale”, “andare verso una Chiesa più agile e più prossima, centrata sul Vangelo” è la questione di fondo che emerge in questo primo periodo del cammino sinodale.

Il discernimento nei gruppi, costituiti dai referenti diocesani, ha prodotto un elenco di priorità che sono stati offerti all’incontro continentale per indicare i temi su cui poter lavorare nelle prossime tappe. Innanzitutto, il tema della corresponsabilità di tutti nella Chiesa, la ministerialità della Chiesa e nella Chiesa, il ripensamento del compito e dell’identità del presbitero, il ruolo delle donne, la qualità delle relazioni nella vita della Chiesa, il primato della Parola e la centralità dell’Eucaristia, l’educazione alla fede e la formazione vocazionale e permanente di tutte le componenti del popolo di Dio, il dialogo con le culture.

Il cammino sinodale che stiamo vivendo è “un evento dello Spirito” che potrà risvegliare “un’alba nuova di speranza” nella Chiesa per la vita del mondo. Certamente potremo non risolvere tutti i problemi che ci affliggono, “ma stiamo imparando ad ascoltare, a condividere, a intrecciare storie ed esperienze, a camminare insieme tra Chiese vicine a tutti i livelli”.

 

Don Roberto Asta e Francesca Cabibbo

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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